Follia. Scandalo. Vergogna. Solo tre parole, ma scelte e pronunciate non a caso, anche perché le parole - come ricorda l’editore Giuseppe Laterza - sono pietre. Dunque pesano, fanno male. Deve essere sfuggito al nostro premier, quando ha detto che «serie tv come La piovra e libri come Gomorra fanno una cattiva pubblicità all’Italia nel mondo, promuovendo la mafia». Di certo non sono sfuggite a Roberto Saviano, che ha fatto sapere, in una lettera indirizzata a Silvio Berlusconi, che gradirebbe le sue scuse «non a me - scrive - ma ai parenti delle vittime di tutti coloro che sono caduti raccontando». Non solo. L’autore di Gomorra dice anche che, dopo le parole del premier, non è più sicuro di voler continuare a pubblicare con la casa editrice Mondadori di proprietà della famiglia Berlusconi.
La voce degli editori «Forse sente di essere un autore scomodo - commenta Alberto Rollo, direttore letterario della Feltrinelli - Forse sta pensando la cosa giusta. Certo sarebbe bello lavorare con lui». Feltrinelli prossimo editore di Saviano? Può darsi. Anche se non sarebbe l’unica casa editrice a volerlo reclutare nella propria scuderia. «Ha subito una forma di censura - prosegue Rollo - e per l’Italia questo atteggiamento del premier è molto pericoloso. Ricorda l’Andreotti nel dopoguerra quando disse, a proposito dei film di De Sica, che “i panni sporchi si lavano in famiglia”. E poi parlar male di un autore non fa che attirare nuovi lettori».
Giuseppe Laterza non sembra sorpreso, invece, per quello che è accaduto: «Berlusconi ci ha abituati a questo modo di pensare illiberale. Da editore del Sud, credo che Saviano stia facendo un lavoro straordinario, ci ha insegnato ad alzare la voce. E sinceramente mi consola poco sapere da Berlusconi che l’Italia è al sesto posto per incursioni mafiose, prima di noi ci sono i paesi del terzo mondo, non quelli europei! Purtroppo chi vota Berlusconi, in Italia, ritiene che non bisogna parlare di mafia. E il fatto che Saviano possa lasciare la Mondadori è il prezzo pagato per un grosso conflitto d’interessi».
Si tratta, in fondo, di due visioni del mondo che si contrappongono: «da una parte c’è il premier che non ammette critica, dall’altra c’è una visione liberare» ci spiega Stefano Mauri (presidente della Gems), secondo il quale, se lo scrittore meridionale scegliesse di abbandonare Mondadori probabilmente avrebbe solo l’imbarazzo della scelta, e «in fondo quella di andar via sarebbe una decisione più che naturale: se col tempo un autore non si rispecchia più nella propria casa editrice è libero di andar via». E naturalmente ogni editore che abbiamo sentito sarebbe lieto di accogliere Saviano, anche il gruppo Rcs. Per Michele Rossi, editor Rizzoli, è «grazie a Saviano che in Italia si parla di mafia in un certo modo». E se è vero che Marina Berlusconi è a capo della casa editrice, aggiunge, è anche vero che Mondadori ha pubblicato molti testi dedicati alla mafia. È per questo che Roberto Saviano incontrerà in questi giorni le persone con le quali ha lavorato in questi anni. Poi prenderà la sua decisone.
Fonte: Unita.it
Leggi la replica del Direttore Geneale di Mondadori
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Non è proprio così: Saviano non diceva di essere interessato a lasciare Mondadori, più che altro si chiedeva se questa fosse ancora interessata a collaborare con lui.
Queste sono solo affermazioni, più che lecite, di editori che vorrebbero accaparrarselo non tanto per difendere lui o la causa antimafia quanto per la forte eco che la sua entrata nei propri cataloghi darebbe alle proprie aziende.