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Accordo Berlusconi-Bossi. "A te le riforme a me la giustizia"


MILANO - Un accordo sul metodo per le riforme. E' quello travato nel vertice di Arcore tra il premier Silvio Berlusconi e il leader della Lega Umberto Bossi. «È stata una riunione importante, abbiamo trovato la quadra sul metodo per fare le riforme»: lo ha detto il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli al termine dell'incontro svoltosi ad Arcore. Secondo il ministro Calderoli il risultato ottenuto questa sera nel vertice di maggioranza riguarda soprattutto i tempi «rapidi» per le riforme. E, come la Lega aveva chiesto, Umberto Bossi e lo stesso Calderoli hanno la delega per le riforme che più hanno a cuore. Il metodo trovato è quello per cui i ministri competenti predispongono un testo che passa poi al tavolo dei coordinatori, per un esame preliminare, e che poi approda al consiglio dei ministri e quindi in Parlamento. «Tutto quello che c'è da fare nel campo delle riforme - ha detto Calderoli - seguirà questo percorso». Quindi riforma dello stato e del governo, riforma costituzionale, della giustizia, legge sull'intercettazioni, par condicio. «Il risultato è importante - ha concluso il ministro - perchè adesso c'è un metodo concreto e condiviso su cui lavorare in tempi rapidi».

IL PATTO - Il Carroccio, dunque, ottiene ciò che voleva: Umberto Bossi e lo stesso Calderoli avranno infatti la delega per le riforme che più hanno a cuore: quelle istituzionali. Conferma a quanto detto da Calderoli arrivano anche da esponenti del Pdl, che però chiedono di restare anonime, e che tengono a precisare come il percorso delineato parte da un presupposto: a dare l'impulso e dunque la delega ai vari ministri è il premier in quanto leader della maggioranza. Nel corso dell'incontro , Berlusconi si è soffermato sul tema delle intercettazioni, spiegando di voler stringere i tempi per definire il prima possibile il cammino del ddl ancora fermo in Senato, mettendo a punto il testo definitivo. Nel corso del vertice si è parlato anche di riforma del fisco. Un ammodernamento del sistema attuale che Berlusconi ritiene una priorità: sarà l'argomento del prossimo futuro, ha ragionato il Cavaliere, sottolineando l'importanza della riforma soprattutto per gli elettori. Tremonti a quel punto avrebbe preso la parola per dirsi disponibile a discutere la riforma ponendo coma unica condizione che a farlo siano lui e il presidente del Consiglio. Anche sul fronte della riforma istituzionale, la partita è tutta aperta.

Non si sarebbe infatti indicata una forma di governo in particolare. Sul tavolo i leghisti hanno messo un memorandum con le diverse opzioni (dal semipresidenzialismo, al premierato, passando per il presidenzialismo puro). Lo studio concerneva anche la riduzione del numero dei parlamentari e l'eliminazione del bicameralismo perfetto con le possibili interazioni fra queste modifiche e la forma di governo. Il tutto sarà discusso nei passaggi successivi, sia all'interno del Pdl che con il Carroccio. Infine, per quanto concerne il nodo del rimpasto di governo, la Lega avrebbe confermato di voler rispettare il patto in base al quale al posto dell'uscente Luca Zaia subentrerà Giancarlo Galan.

Fonte: Corriere.it
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