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«Paghiamo tutti per Santoro l’Attila della par condicio»


ROMA Bruno Vespa, cosa pensa di questa decisione del Consiglio Rai?
«È una decisione grave, ingiusta e sorprendente, pur nel rispetto di un indirizzo del Parlamento. Pensavo che ci sarebbero stati spazi di mediazione per evitare una situazione che non ha precedenti nella storia italiana. La Rai subisce un danno enorme: nel bilancio, per il calo pubblicitario, e soprattutto nell’immagine. Quale tv pubblica al mondo abolisce i programmi politici nel momento in cui servono di più?».

Sarà un mese di tribune politiche ininterrotte. Ci sarà una trasmigrazione di ascolti verso Mediaset e Sky...
«Credo e spero che il Tar accolga il ricorso delle tv commerciali contro la delibera dell’Autorità garante che impedisce anche a loro di occuparsi di politica. Vado contro i miei interessi ma la libertà d’espressione conta di più. Capisco l’imbarazzo di Mediaset, ma come si fa a togliere ai privati la libertà di parola? In ogni caso, il fatto che vadano in onda le trasmissioni concorrenti delle nostre, anche senza parlare di politica, per noi è un danno enorme».

Lei ha detto recentemente: «Noi abbiamo sempre rispettato la par condicio, ad altri è stato concesso il diritto di scorreria, hanno calpestato le regole». Si riferiva aMichele Santoro, a Giovanni Floris? Ritiene che abbiano una «responsabilità» nell’inasprimento del clima sulla par condicio?
«Vogliamo essere onesti? La decisione della Rai, come quella della Vigilanza, ha un nome e un cognome: Michele Santoro. È un eccellente professionista, uscirà dalla Rai con una magnifica buonuscita per rientrarvi come autore di preziose docufiction (io sono uscito dopo 39 anni con 300 milioni di lire) Ma intanto è passato sulla par condicio con il garbo di Attila. Con accenti diversi, l’ha massacrata nell’arco dei decenni. Vorrei che mi si dicesse in quale grande tv pubblica e anche privata al mondo esiste un programma di prima serata in cui la vittima è costantemente la stessa parte politica, che stia al governo o all’opposizione…». Quindi? Dove vuole arrivare? «Quindi non potendo sospendere solo Santoro in campagna elettorale, nonostante non rispetti le regole (basti rivedere i programmi del 2001) hanno cancellato anche le nostre trasmissioni. L’azienda ha una sola giustificazione: Santoro è lì per ordine del magistrato. Anche qui: trovate un Paese in cui il giudice ordina la collocazione perpetua di un programma in prima serata».


La sinistra parla di censura e dice: è la prova che il vero obiettivo era abolire i talk show. Ammetterà che la decisione somiglia ai desideri di Berlusconi: «Basta con le risse da pollaio». Alla Rai dicono che il «suggerimento» a Masi per la chiusura delle trasmissioni sia partito da Berlusconi.
«Meglio il pollaio che il silenzio. Berlusconi ha fondato un partito che ha la Libertà nel suo nome. Non lo dimentichi mai. Detto questo, fin dai tempi dell’"editto bulgaro", ho sempre difeso il diritto di Santoro ad andare in onda, ma mi rifiuto di credere che senza le violazioni di "Annozero" in Italia non ci sia libertà di stampa».

Non trova paradossale che il suo collega Emilio Fede mantenga il suo spazio a Mediaset mentre voi chiudete bottega?
«Spero che Emilio e i colleghi di Mediaset non facciano campagna elettorale, per ragioni intuibili, anche se dovessero vincere il ricorso contro il veto dell’Autorità. Ieri la Rai ha stabilito un precedente molto preoccupante: i principali conduttori di programmi di approfondimento non sono abilitati ad occuparsi di politica quando sarebbe più necessario. Si azzera tutto perché non si ha il coraggio di dire a uno: amico, rispetta anche tu le regole altrimenti stai a casa…».

Lucia Annunziata ha deciso di non andare in onda, pur potendolo fare. Cosa ne pensa?
«Gesto nobile. Ma la situazione resta grottesca. Riccardo Iacona continuerà ad andare in onda con "Presa diretta" ogni domenica in prima serata su Raitre. Bene, l’altro ieri lui ha potuto occuparsi di un tema delicato come la magistratura, ieri sera io ho dovuto cancellare un programma con i metereologi per capire le ragioni di questo inverno eccezionale. Ma si può?».

E adesso, cosa farà per un mese?
«Registreremo un paio di puntate per il magazzino, visto che non ne abbiamo mai il tempo. Poi me ne andrò in montagna. Aggiungo un’ultima cosa. La maggioranza politica ha contratto un debito verso la Rai. Se Berlusconi è l’uomo della libertà, non può soffocare la mia azienda. Giace da tempo sul suo tavolo il progetto per inserire il canone, riducendolo, nella bolletta della luce in modo da ridurre l’enorme, clamorosa evasione. Mandi avanti questo progetto e dimostrerà di voler mantenere l’equilibrio tra i principali gruppi televisivi del Paese».


Fonte: Corriere.it - Scarica il Pdf del Corriere della Sera
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