ROMA - "Cosa m
i aspetto dalla Vigilanza? Che batta un colpo". A margine della presentazione a Palazzo Chigi della Giornata mondiale del Teatro, il presidente della Rai, Paolo Garimberti, torna sulla questione dei talk show interrotti in base al regolamento della Vigilanza. E ribadisce: "Questa storia di rimpalli comincia dal regolamento della Vigilanza, che è illegittimo, formulato in modo sbagliato e che presenta profili di incompatibilità con la legge del 2000''. Quindi, che il colpo sia chiaro, netto e definitivo affinché questa storia finisca una volta per tutte. Ci sta tormentando da troppo tempo". Ma dalla Vigilanza non arriva alcun cambio di rotta. L'orientamento emerso oggi nel corso dell'audizione del direttore generale della Rai Mauro Masi è chiaro. Indietro non si torna.
Zavoli: "Basta rimpalli". "L'opinione pubblica giudica stucchevole questo rimpallo sul regolamento per la par condicio, una querelle, un ribollire di cose, che riproducono sempre la stessa situazione senza venire a capo di nulla" commenta il presidente della commissione, Sergio Zavoli. Ribadendo che "il regolamento non giustifica l'idea che si possa mettere la mordacchia alle trasmissioni di approfondimento politico" e ricordando che "la Vigilanza aveva già battuto un colpo, chiedendo ai vertici dell'azienda di simulare con urgenza un palinsesto che salvasse i talk show".
La mediazione fallita. Zavoli avrebbe tentato anche un tentativo estremo di mediazione, poi fallito. Secondo quanto riferito da alcuni parlamentari il presidente aveva proposto di votare un documento interpretativo del regolamento. Una proposta bocciata in quanto non era stata formalizzata nè messa all'ordine del giorno. La maggioranza, quindi, è rimasta compatta sul non modificare nulla.
Le critiche di Garimberti. Il presidente Rai spiega che lui le trasmissioni le avrebbe riprese lo stesso "anche senza il colpo della Vigilanza". "La maggioranza del Consiglio ha voluto così, io mi rimetto alle decisioni della maggioranza. Sia chiaro però - aggiunge il presidente del cda - che lo stop dei talk rende un pessimo servizio alla Rai, all'informazione e agli utenti. Ma la colpa non è solo dalla Rai è ab origine e quindi del regolamento. Quando ci viene detto da Beltrandi che potevamo andare in onda lo stesso, io rispondo che sì lo potevamo fare ma a rischio. Troppo facile dire potevate andare in onda con il rischio. Mi aspetto che si sblocchi la situazione".
Il ricorso dei consumatori. Per la mancata fornitura del servizio pubblico d'informazione con lo stop ai talk show in periodo pre-elettorale, Altroconsumo ha deciso di portare avanti una class action contro la Rai e chiede il risarcimento del danno subito dagli utenti che non possono fruire del servizio pubblico d'informazione. "Gli utenti pagano il canone per un servizio d'informazione - si legge nella nota -. Servizio che è stato sospeso arbitrariamente per decisione del CdA Rai e che invece può essere fornito dalle emittenti private, dopo la bocciatura del Tar Lazio del provvedimento Agcom per Sky, La7 e Mediaset". In oltre 5mila hanno firmato la petizione per la sospensione del pagamento del canone tv a sostegno della richiesta di Altroconsumo di ripristino dei programmi d'informazione e in difesa dell'articolo 21 della Costituzione. Dalla petizione ora si passa alla class action.
Fonte: Repubblica.it
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Zavoli: "Basta rimpalli". "L'opinione pubblica giudica stucchevole questo rimpallo sul regolamento per la par condicio, una querelle, un ribollire di cose, che riproducono sempre la stessa situazione senza venire a capo di nulla" commenta il presidente della commissione, Sergio Zavoli. Ribadendo che "il regolamento non giustifica l'idea che si possa mettere la mordacchia alle trasmissioni di approfondimento politico" e ricordando che "la Vigilanza aveva già battuto un colpo, chiedendo ai vertici dell'azienda di simulare con urgenza un palinsesto che salvasse i talk show".
La mediazione fallita. Zavoli avrebbe tentato anche un tentativo estremo di mediazione, poi fallito. Secondo quanto riferito da alcuni parlamentari il presidente aveva proposto di votare un documento interpretativo del regolamento. Una proposta bocciata in quanto non era stata formalizzata nè messa all'ordine del giorno. La maggioranza, quindi, è rimasta compatta sul non modificare nulla.
Le critiche di Garimberti. Il presidente Rai spiega che lui le trasmissioni le avrebbe riprese lo stesso "anche senza il colpo della Vigilanza". "La maggioranza del Consiglio ha voluto così, io mi rimetto alle decisioni della maggioranza. Sia chiaro però - aggiunge il presidente del cda - che lo stop dei talk rende un pessimo servizio alla Rai, all'informazione e agli utenti. Ma la colpa non è solo dalla Rai è ab origine e quindi del regolamento. Quando ci viene detto da Beltrandi che potevamo andare in onda lo stesso, io rispondo che sì lo potevamo fare ma a rischio. Troppo facile dire potevate andare in onda con il rischio. Mi aspetto che si sblocchi la situazione".
Il ricorso dei consumatori. Per la mancata fornitura del servizio pubblico d'informazione con lo stop ai talk show in periodo pre-elettorale, Altroconsumo ha deciso di portare avanti una class action contro la Rai e chiede il risarcimento del danno subito dagli utenti che non possono fruire del servizio pubblico d'informazione. "Gli utenti pagano il canone per un servizio d'informazione - si legge nella nota -. Servizio che è stato sospeso arbitrariamente per decisione del CdA Rai e che invece può essere fornito dalle emittenti private, dopo la bocciatura del Tar Lazio del provvedimento Agcom per Sky, La7 e Mediaset". In oltre 5mila hanno firmato la petizione per la sospensione del pagamento del canone tv a sostegno della richiesta di Altroconsumo di ripristino dei programmi d'informazione e in difesa dell'articolo 21 della Costituzione. Dalla petizione ora si passa alla class action.
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