ROMA - Aumenta la pressione fiscale e la disoccupazione (che tocca il record dal 2004), mentre crolla il prodotto interno lordo (-5%, mai così male da quasi 40 anni) e il saldo primario per la prima volta dal 1991 è negativo. Lo comunica l’Istat nei Conti economici nazionali dell'anno appena trascorso.
DISOCCUPAZIONE - A gennaio è la disoccupazione è giunta all'8,6%, in crescita dall'8,5% dello scorso dicembre. Il numero delle persone in cerca di occupazione a gennaio è risultata pari a 2.144.000. Lo comunica l'Istat sulla base dei dati provvisori e destagionalizzati, sottolineando che è il dato peggiore da gennaio 2004, inizio delle serie storiche, quando era stato rilevato all'8,3%. A gennaio 2010 la variazione congiunturale è sostanzialmente nulla, ma il dato complessivo è in aumento dell'1,3% rispetto allo stesso mese del 2009. Sono pari a 307 mila le persone occupate perse rispetto a un anno fa. Il numero delle persone in cerca di occupazione a gennaio risulta in crescita dello 0,2% (+5 mila) rispetto al mese precedente e del 18,5% (+334 mila) rispetto a gennaio 2009. Si tratta dell'ottavo incremento su base mensile consecutivo. La disoccupazione giovanile si colloca al 26,8%. Il tasso di disoccupazione giovanile cresce di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,6 punti percentuali su base annua.
PIL -5% - Il prodotto interno lordo (Pil) italiano nel 2009 è diminuito del 5%. Lo segnala l'Istat precisando che si tratta del dato peggiore dal 1971, dall'inizio cioè della serie storica. Le ultime previsioni di governo, indicate nell'aggiornamento al Programma di stabilità italiano, indicavano un Pil in calo del 4,8%. Nella stima provvisoria il Pil aveva registrato una diminunizione del 4,9%. L'Istat ha anche rivisto al ribasso le stime 2007 e 2008: rispettivamente da +1,6% a +1,5% e da -1% a -1,3%.
INDEBITAMENTO - L'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche (deficit/Pil) calcolato ai fini del Trattato di Maastricht è stato pari al 5,3%, superiore a quello registrato nell'anno precedente, che fu pari al 2,7%. In valore assoluto l'indebitamento netto è aumentato di circa 38,2 miliardi di euro, attestandosi a 80,8 miliardi di euro. Lo comunica l'Istat rilevando che per la prima volta dal 1991 il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è risultato negativo: pari allo 0,6% del Pil, inferiore di oltre 3 punti rispetto al livello positivo raggiunti nel 2008 (2,5%). Il debito pubblico dell'Italia è volato a quota 115,8% al termine del 2009 sulla base dell'ultime stime elaborate dalla Banca d'Italia che indicavano un debito a 1.761,191 miliardi di euro.
FISCO - La pressione fiscale sale al 43,2% del Pil, in salita dal 42,9% del 2008. Tale risultato - spiega l’Istat - è l`effetto di una riduzione del Pil superiore a quella complessivamente registrata dal gettito fiscale e parafiscale, la cui dinamica negativa (-2,3%) è stata attenuata da quella, in forte aumento, delle imposte in conto capitale (cresciute in valore assoluto di quasi 12 miliardi di euro). Le imposte dirette sono diminuite del 7,1%, quelle indirette del 4,2% e i contributi sociali effettivi dello 0,5%. L`andamento di questi ultimi riflette la tenuta delle retribuzioni lorde, dovuta alla lieve crescita dell`importo medio pro-capite, che ha parzialmente compensato la flessione dell`occupazione.
ENTRATE - Nel 2009 le entrate totali, pari al 47,2% del Pil, sono diminuite dell'1,9% rispetto all'anno precedente. Nel 2008 erano cresciute dell'1,1%. Le uscite totali sono risultate pari al 52,5% del Pil (49,4% nel 2008), con una variazione del +3,1% rispetto all'anno precedente.
CONSUMI - Nel 2009 si è registrata una contrazione in termini reali dell'1,2% dei consumi finali nazionali, secondo i dati Istat, e in particolare una flessione dell'1,8% per la spesa delle famiglie residenti, un incremento dello 0,6% per la spesa delle amministrazioni pubbliche e un rialzo dell'1,1% per le istituzioni sociali private. La flessione dei consumi privati interni è stata pari all'1,9%. Per quanto riguarda i redditi da lavoro dipendente e le retribuzioni lorde sono diminuiti dello 0,6%.
Fonte: Corriere.it - Scarica il pdf del Corriere della Sera
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