
Angy & Nick provano e riprovano, alzano pene di qua, le abbassano di là, infilano tre reati e ne escludono sei (quelli del capo), dividono, sottraggono, aggiungono, estraggono radici quadre, moltiplicano pigreco e alla fine presentano un testicolino che fa ridere perfino il Banana: “Avevo detto anti, non pro!”. Pare che quel buontempone di Ghedini, per combattere meglio la corruzione, avesse pensato di ridurre da 8 a 6 anni la pena massima per la corruzione giudiziaria, guardacaso quella per cui sono imputati il Banana e Mills. E, siccome nelle norme sostanziali vale
sempre la più favorevole al reo, la norma avrebbe incenerito all’istante il processo.
La forza dell’abitudine. La cosa è parsa eccessiva financo al Banana, che l’ha rinviata in attesa di tempi migliori. Peccato, perché l’ambasciatore Romano aveva già indossato la feluca d’ordinanza per prenderla sul serio: “Un buon segnale”, l’ha definita sul Pompiere. Invece Feltri e Ferrara han subito colto l’aspetto eversivo di un’eventuale legge anticorruzione: solo a sentirla nominare, han messo mano alla fondina. Il Giornale l’ha nascosta da par suo (ieri apriva sul traffico urbano, alla Johnny Stecchino), manganellando quel mariuolo di Fini che osa pronunciare la parola “legge."
Il Foglio chiede al capo se sia diventato matto: “Deputati in rivolta, sgomento per l’ineleggibilità degli inquisiti che consegna le liste ai pm”. Meglio consegnarle ai ladri. Libero , anzi Occupato, èbipartisan: pubblica commenti sia pro sia contro i ladri. Memorabile quello di Pomicino, l’esperto: “Non serve una legge per essere onesti”. E lui, dall’alto del patteggiamento per corruzione e della condanna per finanziamento illecito, ne è la prova vivente. Ma il bello deve ancora venire: il Banana prepara le “liste pulite”. Fuori indagati e condannati, dentro le igieniste dentali. “Via dai partiti chi commette reati”. Esclusi i presenti, si capisce. Pare che abbia cazziato il povero Verdini, beccato a fare un millesimo di quel che ha sempre fatto lui: affari privati con soldi pubblici. E senza neppure avvertirlo per dividere. Ora s’annuncia un giudizio universale a Palazzo Grazioli. Decine di forzisti hanno smesso di dormire a casa. I primi convocati dovrebbero essere Sciascia e Berruti, condannati l’uno per le tangenti Fininvest alla Finanza, l’altro per aver depistato le indagini: “Ragazzi, ma davvero corrompevate e depistavate a nome mio senza dirmi niente? A saperlo ve l’avrei impedito”. Seguirà Previti: “Cesare, mi dicono che avresti corrotto un
giudice con soldi miei per regalarmi la Mondadori: non potevi avvertirmi? L’avrei subito restituita”. L’ultimo, per motivi precauzionali, sarà Dell’Utr i: “Marcello, si vocifera di uno stalliere, tale Mangano, in casa mia. Ne sai per caso qualcosa?”.
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