Home , � Così funzionava la frode colossale. la 'ndrangheta, col Pdl entra uficcialmente in Parlamento

Così funzionava la frode colossale. la 'ndrangheta, col Pdl entra uficcialmente in Parlamento

Un'associazione a delinquere che ha utilizzato due società quotate in Borsa, Telecom Italia e Fastweb, per creare un danno al Fisco di 370 milioni e, gestendo un flusso di denaro di oltre 2,2 miliardi di euro, ha creato fondi neri e ricchezze all'estero. In parte questi soldi, sarebbero finiti in mano alla 'ndrangheta, in particolare al clan Arena, che li avrebbe impiegati anche per organizzare l'elezione del senatore del Pdl, Nicola Paolo Di Girolamo. È questo lo schema che nelle 56 ordinanze di oltre 1600 pagine ha messo nero su bianco il giudice per le indagini preliminari, Aldo Morgigni, su richiesta dei pm Giovanni Bombardieri, Giovanni Di Leo e Francesca Passaniti. Ordinanze che hanno disposto la misura cautelare in carcere per 52 persone e gli arresti domiciliari per altre quattro.

L'associazione e i reati. Il reato è l'associazione per delinquere trasnazionale pluriaggravata e viene contestata tra gli altri a Silvio Scaglia, l'ex amministratore delegato di Fastweb e a Stefano Mazzitelli che aveva lo stesso incarico in Telecom Italia Sparkle. Ma i principali organizzatori sarebbero due Carlo Focarelli, che ha costituito e gestito le società fittizie, le cosiddette cartiere che avevano il compito di interfacciarsi con Telecom Italia Sparkle e Fastweb, il volto presentabile della truffa. E Gennaro Mokbel, che avrebbe invece curato la parte oscura, quella offshore, che permetteva di far sparire i soldi e che in parte li avrebbe condotti anche nelle mani della criminalità organizzata. E la potenza dell'organizzazione emerge nei capi di imputazione.

"Insieme hanno commesso - scrive il gip - un numero indeterminato di delitti in materia di evasione fiscale (emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti), contro la pubblica amministrazione e l'amministrazione della giustizia (corruzione di pubblici ufficiali - tra i quali in particolare appartenenti alle Forze di Polizia - rivelazione di segreto d'ufficio, favoreggiamento ed altri), contro la fede pubblica (falsi in atti pubblici), contro il patrimonio (riciclaggio, intestazione fittizia di beni e reinvestimento di proventi illeciti); associazione transnazionale, perché operante in più paesi sia nell'Unione Europea che al di fuori, nella quale Fastweb e Telecom Italia Sparkle fungevano consapevolmente da cassa dalla quale estrarre le somme di denaro oggetto di successivo riciclaggio, in cambio dell'aumento dei crediti Iva verso l'erario, dell'aumento del fatturato e dei margini ottenuti grazie alla riappropriazione di parte dell'Iva, pagata alle società "cartiere"".


I vertici delle società. Gli inquirenti ipotizzano che i vertici di Fastweb e Telecom fossero a conoscenza del sistema delle cartiere. "Le modalità operative attraverso le quali Tis (Telecom Italia Sparkle) agiva - sostiene il gip - pongono con solare evidenza il problema delle responsabilità degli amministratori e dirigenti della società capogruppo alla quale appartiene Tis, ossia Telecom Italia spa". Del resto le cifre riportate nell'ordinanza sono imponenti. Tra il 2005 e il 2007, Telecom Italia Sparkle avrebbe generato ricavi per 1,19 miliardi di euro con utile di 72 milioni. Le dichiarazioni dell'ingegner Gianfranco Ciccarella, direttore generale di Telecom Italia Sparkle, contenute nell'ordinanza vanno in questa direzione e danno conto comunque di un'attività di auditing interno: "I colleghi sono stati d'accordo e mi hanno peraltro annunciato che ne avevano parlato con i vertici e che ci sarebbe stata una auditing. Non mi hanno detto con chi avevano parlato ma ho ipotizzato che si trattasse di Ruggero".

La frode carosello e i fondi esteri. Si chiama così l'artificio con cui Telecom Italia Sparkle e Fastweb hanno creato per sé crediti Iva per milioni di euro. Tuttavia "la realizzazione di ingenti crediti fiscali - scrive il giudice - costituiva solo una parte delle condotte delittuose ideate da amministratori e dirigenti di Fastweb e Telecom Italia Sparkle e forse, tutto sommato il lato meno significativo dell'intera operazione delittuosa". "Le ingenti somme di denaro apparentemente spese per pagare l'Iva in favore delle cartiere consentivano a Fastweb e Telecom Italia Sparkle di realizzare fondi neri per enormi valori che costituivano l'oggetto primario delle attività di riciclaggio e di investimento fittizio realizzato da altri membri dell'associazione a delinquere". Qui entra in gioco il secondo livello, quello creato e gestito secondo gli inquirenti da Mokbel.

Gennaro Mokbel e le cosche calabresi. Sarebbero stai Mokbel e Franco Pugliese il legame con il lato oscuro dell'inchiesta, quella che sfocia nella 'ndrangheta. Gennaro Mokbel è considerato il cervello dell'operazione. Nonostante "non ricopra - scrive il gip - cariche in alcuna delle società individuate" e "collegate alla realizzazione delle operazioni illecite". Viene definito dai giudici come "capo indiscusso dell'organizzazione le cui direttive criminali vengono perentoriamente eseguite da tutti gli associati". È noto alle forze dell'ordine "come persona eversiva di destra e nel dossier della Polizia si legge che "il 9 maggio 1994 viene arrestato con Antonio D'Inzillo", in seguito "ricercato come esponete di rilievo della banda della Magliana". La Polizia sospetta Mokbel di "finanziare in Africa la latitanza di D'Inzillo. Assieme alla moglie Giorgia Ricci "continua a mantenere contatti sia telefonici che di persona con vecchi esponenti dell'eversione di destra, in particolare con Francesca Mambro e Valerio Fioravanti", cui è stato vicino "anche attraverso rilevanti sostegni economici". Secondo i magistrati, Mokbel ha contatti con la malavita organizzata in Calabria: "Ha promosso, organizzato e diretto anche la costituzione di un movimento politico strumentale agli interessi del sodalizio, avvalendosi dell'avvocato Nicola Di Girolamo, eletto al Senato". In particolare "entrava in contatto tramite l'avvocato Colosimo con Franco Pugliese (già sottoposto a sorveglianza speciale per tre anni), imprenditore con rilevanti possibilità finanziarie e legato con vincoli di parentela con la famiglia della cosca 'ndranghetista degli Arena (la figlia Mary risulta coniugata con Fabrizio Arena figlio di Carmine, uno degli esponenti storici degli Arena, ucciso in un eclatante agguato mafioso del 2004. Inoltre, Vittoria Pugliese, sorella di Franco, è sposta con Pasquale Nicoscia, assassinato ad opera della cosca Arena in risposta all'omicidio di Carmine".

L'elezione di Di Girolamo. L'associazione "si avvale - scrive il gip - di appartenenti a una pericolosissima cosca dell'ndrangheta calabrese (il clan Arena) per ottenere collaborazione e protezione per portare a segno un'operazione che segna il salto di qualità del sodalizio criminale sul piano delle protezioni ottenute, poiché venivano organizzati gravissimi brogli elettorali per ottenere l'elezione nella circoscrizione estero del senatore Nicola Paolo di Girolamo, mediante la creazione di una serie di falsi documenti che ne attestassero la residenza all'estero". Sarebbe stata la 'ndrangheta a reperire le schede elettorali a falsificare i voti di preferenza a favore di Di Girolamo.

Le auto, le barche e i gioielli. I soldi venivano dirottati anche all'acquisto di bene di lusso, Di Secondo le carte dell'ordinanza, Di Girolamo aveva ottenuto una Bmw X5 e con Mokbel poteva utilizzare anche una Ferrari F430 e una Jaguar E. Mokbel invece aveva tutta per sé una Porsche 911. Ma il divertimento non era solo a quattro ruote, visto che nella disponibilità di Di Girolamo vi erano anche due barche Ferretti (45 Fly e 550). Del resto Mokbel è chiaro nelle intercettazioni. Uno dei problemi è come spendere i soldi. " Noi stiamo a vive male, però, molto male! Ammucchiamo, ammucchiamo ma non famo mai un cazzo... mo' tocca iniziare a spenderli sti soldi. Massimo, Pinocchio (che secondo gli investigatori è l'amico e socio Marco Toseroni) è convinto che sulle gioiellerie, ha chiamato l'amministratore de Vancleef, ha un appuntamento st'altra settimana...". In effetti, l'organizzazione, oltre alle auto, compra un po' di gioiellerie, negozi di abbigliamento, ristoranti e immobili. Tutti a Roma.

Il terzo livello. L'adesione al sodalizio di esponenti delle forze di polizia costituiva "l'ulteriore passo verso un 'terzo livellò di associati, che fosse rivestito delle pubbliche funzioni indispensabili ad assicurare i profitti dell'associazione". Questo avveniva sia con "attività di intralcio alle indagini che con diretta attività di collaborazione in cambio di elevatissime somme di denaro che costituivano il prezzo della corruzione". L'organizzazione, anche per l'abituale collaborazione con appartenenti alla 'ndrangheta (cui venivano intestati beni di lusso e attività economiche degli associati come nel caso di Franco Pugliese) è giudicata dal gip, nell'ordinanza di custodia cautelare, "tra le più pericolose mai individuate".


Fonte: Repubblica.it
---
Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog


vota su OKNotizie

0 commenti to " Così funzionava la frode colossale. la 'ndrangheta, col Pdl entra uficcialmente in Parlamento "

Leave a comment