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Bertolaso: "Sono stato tradito, non lascio"


ROMA— «Cominciamo dai soldi: pensare che si possa imbonire o addirittura comprare con 10.000 euro uno come me, che ha gestito lavori per centinaia di milioni, è perfino umiliante».

I carabinieri la ritengono un’ipotesi di «una certa fondatezza», dottor Bertolaso, ed evidentemente non pensano a 10.000 euro...
«Penso di avere gli elementi per dimostrare che si sbagliano. Poi c’è la questione delle donne che mi dà molto fastidio, è imbarazzante». La voce del capo della Protezione civile, al primo piano del palazzone sulla via Flaminia che ospita il Dipartimento, si abbassa di tono, tossisce, sceglie con cura le parole: «Sono molto rammaricato perché questa signora Francesca di cui si parla è una fisioterapista brava, per bene e molto seria, a cui ricorrevo per combattere lo stress e il mal di schiena di cui soffro spesso».

Secondo il giudice ci sono intercettazioni «a volte del tutto esplicite e fortemente eloquenti» da cui s’intuiscono «prestazioni di natura sessuale».
«Chiarirò tutto con i magistrati, per quello che mi riguarda la realtà è quella che ho appena detto. Vede, il Salaria Sport Village è un circolo di 6.000 iscritti e io sono uno di loro, ho evitato i Club che stanno sul Tevere, frequentati dall’élite romana, perché mi piace stare in mezzo alla gente comune».

Dalle carte dell’inchiesta sembra che a volte il Centro massaggi venisse chiuso per garantirle discrezione.
«Anche questo lo vedremo, spero di poter essere interrogato già la prossima settimana».

Sospetta di essere capitato in un giro di persone che volevano imbastire intorno a lei quello che è diventato famoso come «sistema Tarantini», escort in cambio di favori e lavori?
«Se qualcuno l’ha fatto ha sbagliato, perché con me quel sistema non funziona. Con altri non so. Del resto io vivo sotto scorta, possono ascoltare gli uomini che mi seguono dappertutto».

Per non destare sospetti, non crede che avere rapporti troppo cordiali con gli imprenditori a cui si affidano appalti senza gare sia poco opportuno?
«Io non ho dato gli appalti del G8 alla Maddalena, non li ho seguiti direttamente né personalmente. Ha gestito tutto Angelo Balducci (arrestato l’altro ieri, ndr), uno che è diventato presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, cioè la massima autorità in Italia: non mi pare di aver affidato l’incarico al primo che passava per strada. Con lui ho lavorato per anni e non ho mai avuto ragione di dubitare, se ha delle responsabilità saranno i magistrati ad accertarle».


E l’imprenditore Anemone, arrestato anche lui, che secondo il giudice parlava e s’incontrava spesso con lei?
«L’avrò visto tre o quattro volte. Avevo rapporti con lui come con tanti altri che conosco, ma questo non può essere motivo di scandalo se tutto avviene nella trasparenza, che io ho sempre rispettato. A me dispiace che si parli di questa storia come di uno scandalo, mentre abbiamo fatto una grande modifica ambientale su un’isola come la Maddalena».

A costi un po’ alti se è vero che un albergo è costato quasi 4.000 euro a metro quadro.
«E’ ovvio che costruire lì costa più che altrove, la Maddalena non è Ostia! E noi abbiamo fatto tutto in dieci mesi, quando normalmente ci sarebbero voluti dieci anni...»

Per questo diceva a Balducci che bisognava sbrigarsi con le gare, approfittando che il presidente della Sardegna Soru era impegnato nella campagna elettorale?
«Ma no! Abbiamo fatto tutto in pieno accordo con Soru, abbiamo le carte che lo dimostrano. Lì davvero bisognava avere in fretta il capitolato del bando, sennò non ce l’avremmo fatta con gli arredamenti e il personale. Ci siamo riusciti, e quando aprirà la stagione e gli alberghi saranno funzionanti vedremo se si tratta di cattedrali nel deserto, come qualcuno dice, oppure una ricchezza per quell’isola, come penso io».

Oggi Berlusconi è tornato ad attaccare i magistrati. Anche lei si sente vittima di un complotto giudiziario?
«Il presidente Berlusconi parla per la stima che ha per me, e che io ricambio perché quello che mi ha permesso di fare lui in Campania e in Abruzzo non l’avrebbe fatto nessun altro, e come uno che ha molti procedimenti penali pendenti: che abbia una certa animosità nei confronti dei magistrati è comprensibile. Io ho grande fiducia nella magistratura di Firenze, come in quella di Napoli».

Ma se i giudici sono bravi e lei non ha fatto nulla di male, che cosa può essere accaduto per farla ritrovare con un avviso di garanzia per corruzione?
«Non lo so. Nel mestiere che faccio ci sono due rischi: da un lato commettere errori e incappare in qualche illecito; dall’altro acquistare visibilità, popolarità e invidie. Quando mi hanno chiesto che cosa provassi sapendo che nella classifica della popolarità venivo subito dopo il presidente Napolitano e prima del Papa, risposi che in quella situazione la mia preoccupazione era che qualcuno mi facesse trovare con una bustina di cocaina in tasca. Forse è ciò che sta accadendo». E chi avrebbe messo la bustina? «Non lo so, aspetto l’esito dell’inchiesta».

Non pensa di essere stato almeno superficiale nelle frequentazioni un po’ troppo cordiali con certi imprenditori?
«Ma non ci sono state! E se mi chiede se qualcuno può aver tradito la mia fiducia le rispondo che può pure essere, ma non ho elementi per sostenerlo. Anche perché tutti sanno qual è il mio stile, rigoroso prima di tutto con me stesso e con i miei collaboratori».

Nemmeno ritiene di aver tradito la fiducia di quegli italiani che le hanno tributato tanta popolarità?
«La mia amarezza maggiore è proprio questa, e io resto al mio posto anche per dimostrare che non ho tradito la fiducia di chicchessia. Ma le dimissioni io non le ho ritirate, il governo le ha respinte e io ho il dovere di continuare a fare il mio lavoro. Ma se domattina le accetteranno mi farò da parte senza problemi».

Perché in Italia ogni opera diventa un Evento da gestire con misure straordinarie, anche quando si tratta della celebrazione di un anniversario, prevedibili con quanto anticipo si vuole?
«E io che ne so? Certo non dipende da me. Io so solo che se la direttrice di una circoscrizione di Roma dice che bisogna chiamare me per fare un asilo, io non mi tiro indietro. Non sono io che sgomito per fare le cose, mi chiamano. E dovrei restare fermo a guardare l’impotenza del mio Paese? No, se ho gli strumenti per dare una mano lo faccio volentieri».

Fonte: Corriere.it

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