MILANO - L'arcive

«IO TRA LA GENTE» - «Domani mattina, per i funerali, il mio posto sarà tra la gente di Favara, con loro pregherò per Marianna, la piccola Chiara e per i loro genitori Giuseppe e Giuseppina e per il piccolo Giovanni» ha scritto in una nota Montenegro. «Non è un sottrarmi al mio ruolo di vescovo, di pastore della porzione di popolo che il Signore mi ha affidato, - spiega nella nota l'arcivescovo - ma un farmi solidale e vicino alla famiglia Bellavia in questo giorno che è giorno di preghiera e silenzio». «Condivido e faccio mie le parole che sono state lette domenica nelle parrocchie di Favara ed esprimo la mia vicinanza al clero e alla comunità ecclesiale tutta - scrive il prelato -. Invito tutti a guardare al Crocifisso, nell'estremo grido di Gesù sulla croce sono contenuti e riecheggiano tutti i gridi dell'umanità intera e tutti sono bagnati dalle lacrime del Padre».
LA LETTERA A BERTOLASO - L'arcivescovo ha ricordato anche che, in occasione dell'alluvione di Giampileri, scrisse al responsabile della Protezione Civile: «Chiedo anche al Signore che non arrivi mai il momento di dovermi rifiutare di celebrare funerali "previsti" o "preannunciati", perché quel giorno, se mai dovesse arrivare, il mio posto - da agrigentino - sarà tra la nostra gente a pregare, ma non me la sentirò di parlare, come sarebbe successo se fossi stato a Messina». «Sono parole che scrissi in una lettera pubblica inviata al capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso - ha detto Montenegro - e alle autorità della nostra provincia in occasione della frana che colpì Giampilieri riferendomi al centro storico di Agrigento. Parole che riconfermo e nella loro interezza».
(Fonte Ansa)
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