ROMA - Dopo gli annunci degli ultimi giorni (norme per regolare le manifestazioni di piazza, ma soprattutto per controllare di più i contenuti sul web) il Consiglio dei ministri ha scelto di non scegliere. Il disegno di legge che doveva contenere le nuove disposizioni è stato solo citato in una relazione del ministro dell'Interno, Roberto Maroni. ''Ulteriori approfondimenti' andranno studiati, si è detto, anche se il Cdm, all'unanimità, è si è mostrato d'accordo nel presentarlo "con alcuni aggiustamenti''. "In quanto a internet - è stato deciso - dobbiamo arrivare a sanzionare chi supera determinati limiti".
E' quanto ha spiegato stamane al termine della riunione a Palazzo Chigi il ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli. ''Serve un ulteriore approfondimento ed oggi - ha aggiunto - si è proceduto solo a un primo avvio di discussione, anche se c'è sostanziale accordo sul varo dell'iniziativa di legge''.
Lo stesso Matteoli ha poi spiegato che si tratta di ''consentire la possibilità di manifestare senza disturbi gravi che garantiscano tutti''. La difficoltà tecnica della normativa sta nel ''non mettere sullo stesso piano, ad esempio, chi disturba gravemente con chi fischia...''. Per quanto riguarda Internet serve, invece, ''sanzionare chi supera determinati limiti". Ma a quali limiti ci si riferisca, ancora non si sa.
A dare un'idea di quel potrebbe essere il "limite" da imporre ai contenuti che viaggiano in Rete è stato il presidente del Senato, Renato Schifani, il quale ha affermato, in sostanza, che Facebook è più pericoloso dei gruppi extraparlamentari degli anni 70. La seconda carica dello Stato non sembra avere dubbi sul contenuto di alcuni messaggi che si leggono sul network americano.
"Si leggono dei veri e propri inni all'istigazione alla violenza. Negli anni 70, che pure furono pericolosi, non c'erano questi momenti aggregativi, che ci sono su questi siti. Così si rischia di autoalimentare l'odio che alligna in alcune frange". Durante la cerimonia di auguri a Palazzo Giustiniani, Schifani ha espresso sintonia con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, di voler usare una legge e non un decreto per mettere ordine nel web. "Una cosa è certa - ha sottolineato - qualcosa va fatto perchè non si può accettare che si pubblichino istigazioni all'odio violento".
Fonte: repubblica.it
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E' quanto ha spiegato stamane al termine della riunione a Palazzo Chigi il ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli. ''Serve un ulteriore approfondimento ed oggi - ha aggiunto - si è proceduto solo a un primo avvio di discussione, anche se c'è sostanziale accordo sul varo dell'iniziativa di legge''.
Lo stesso Matteoli ha poi spiegato che si tratta di ''consentire la possibilità di manifestare senza disturbi gravi che garantiscano tutti''. La difficoltà tecnica della normativa sta nel ''non mettere sullo stesso piano, ad esempio, chi disturba gravemente con chi fischia...''. Per quanto riguarda Internet serve, invece, ''sanzionare chi supera determinati limiti". Ma a quali limiti ci si riferisca, ancora non si sa.
A dare un'idea di quel potrebbe essere il "limite" da imporre ai contenuti che viaggiano in Rete è stato il presidente del Senato, Renato Schifani, il quale ha affermato, in sostanza, che Facebook è più pericoloso dei gruppi extraparlamentari degli anni 70. La seconda carica dello Stato non sembra avere dubbi sul contenuto di alcuni messaggi che si leggono sul network americano.
"Si leggono dei veri e propri inni all'istigazione alla violenza. Negli anni 70, che pure furono pericolosi, non c'erano questi momenti aggregativi, che ci sono su questi siti. Così si rischia di autoalimentare l'odio che alligna in alcune frange". Durante la cerimonia di auguri a Palazzo Giustiniani, Schifani ha espresso sintonia con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, di voler usare una legge e non un decreto per mettere ordine nel web. "Una cosa è certa - ha sottolineato - qualcosa va fatto perchè non si può accettare che si pubblichino istigazioni all'odio violento".
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