MILANO - Il Natale è alle porte e Palermo è invasa dai rifiuti. Lo sciopero di un migliaio dei 1700 operai dell'Amia spa, la ex municipalizzata che gestisce la raccolta dell'immondizia, aggrava la già pesantissima situazione della raccolta del pattume nel capoluogo siciliano. Palermo è stracolma di rifiuti in tantissime parti della città a causa dell’arretrato dei giorni scorsi provocato dallo stato di agitazione degli operai. In alcuni incroci della città a causa della spazzatura per strada si registrano rallentamenti alla circolazione.
LO SCIOPERO - I lavoratori sono scesi in piazza per sollecitare la ricapitalizzazione dell'azienda che ha debiti per circa 180 milioni di euro e rischia di fallire. Al corteo che si è mosso da piazza Castelnuovo e ha raggiunto Palazzo delle Aquile, sede del Comune, hanno aderito la maggior parte dei lavoratori Amia sotto le sigle sindacali di Cisl, Uil e Confsal. Dopo la manifestazione i sindacati hanno avuto un incontro con il presidente del Consiglio comunale Alberto Campagna.
«APPROVARE LA RICAPITALIZZAZIONE» - «Adesso - ha detto il segretario generale della Cisl di Palermo Mimmo Milazzo al termine del corteo - ci appelliamo al senso di responsabilità dei gruppi consiliari e di tutte le forze politiche del Consiglio comunale affinchè il bene dell'Amia venga anteposto agli interessi di partito. La ricapitalizzazione dell'azienda che assicura l'igiene ambientale a Palermo è un primo passo verso il riordino delle società partecipate del Comune di Palermo per le quali auspichiamo che a gennaio venga aperto un tavolo di confronto». Lo sciopero ha riguardato il turno mattutino, la fascia che va dalle 4 a mezzogiorno, ed è stato organizzato da Cisl, Uil e sigle autonome, mentre non hanno aderito Cgil e Ugl. Domenica, dopo il turno straordinario di raccolta (quello notturno è andato però deserto), la situazione in alcune zone è migliorata, ma in altre no.
L'AMIA E I DEBITI - I debiti dell'azienda ammontano a 180 milioni di euro, di cui una settantina sono crediti da parte degli Ato che conferiscono i rifiuti nella discarica palermitana di Bellolampo. Ottocentomila euro è il deficit mensile dichiarato dall'Amia dopo il cambio dei propri vertici, mentre fino alla scorsa estate il rosso si aggirava intorno ai tre milioni mensili.
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LO SCIOPERO - I lavoratori sono scesi in piazza per sollecitare la ricapitalizzazione dell'azienda che ha debiti per circa 180 milioni di euro e rischia di fallire. Al corteo che si è mosso da piazza Castelnuovo e ha raggiunto Palazzo delle Aquile, sede del Comune, hanno aderito la maggior parte dei lavoratori Amia sotto le sigle sindacali di Cisl, Uil e Confsal. Dopo la manifestazione i sindacati hanno avuto un incontro con il presidente del Consiglio comunale Alberto Campagna.
«APPROVARE LA RICAPITALIZZAZIONE» - «Adesso - ha detto il segretario generale della Cisl di Palermo Mimmo Milazzo al termine del corteo - ci appelliamo al senso di responsabilità dei gruppi consiliari e di tutte le forze politiche del Consiglio comunale affinchè il bene dell'Amia venga anteposto agli interessi di partito. La ricapitalizzazione dell'azienda che assicura l'igiene ambientale a Palermo è un primo passo verso il riordino delle società partecipate del Comune di Palermo per le quali auspichiamo che a gennaio venga aperto un tavolo di confronto». Lo sciopero ha riguardato il turno mattutino, la fascia che va dalle 4 a mezzogiorno, ed è stato organizzato da Cisl, Uil e sigle autonome, mentre non hanno aderito Cgil e Ugl. Domenica, dopo il turno straordinario di raccolta (quello notturno è andato però deserto), la situazione in alcune zone è migliorata, ma in altre no.
L'AMIA E I DEBITI - I debiti dell'azienda ammontano a 180 milioni di euro, di cui una settantina sono crediti da parte degli Ato che conferiscono i rifiuti nella discarica palermitana di Bellolampo. Ottocentomila euro è il deficit mensile dichiarato dall'Amia dopo il cambio dei propri vertici, mentre fino alla scorsa estate il rosso si aggirava intorno ai tre milioni mensili.
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