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Concita de Gregorio: 2010: mettiamo le scarpe nuove e andiamo

L’anno scorso di questi tempi facevamo i conti con l’onda d’urto della più grave crisi economica degli ultimi decenni. La grande illusione di un’economia cresciuta non sul moltiplicarsi e sull’equo distribuirsi dei beni, ma sulla speculazione finanziaria finiva chiusa nei cartoni dei manager di Manhattan costretti a lasciare uffici in disarmo.

La fine di un lungo ciclo che dagli anni Ottanta in poi aveva accelerato la corsa a far soldi coi soldi o almeno con la promessa che venissero. Ci saremmo aspettati, avremmo avuto bisogno, dell’ingegno delle migliori menti, delle energie più fresche, della più saggia lungimiranza per rifondare un nuovo inizio. Non la ripresa dei consumi, non solo. Prima di tutto un progetto per la produzione e il lavoro, un disegno di lungo periodo che desse agli italiani un orizzonte di certezze.

Abbiamo avuto invece la social card. Molta propaganda e qualche briciola che i nostri lettori (e noi con loro) giudicarono subito farraginosa e sostanzialmente inutile. È stata infatti usata pochissimo. I poveri sono rimasti poveri e molti altri lo sono diventati. Abbiamo avuto insieme la stagione politica più desolante e grottesca che potessimo immaginare. Gesta da fine impero, titolammo non molto tempo fa quando il capo del governo, travolto dal suo privato stile di vita, rese esplicita una vocazione imperiale del tutto inadeguata ai tempi, al luogo e persino al suo stesso enorme potere.

È stato un anno di bulli e pupe mentre l’Italia scivolava all’indietro perdendo quantità e qualità nel lavoro, la scuola, la salute, la capacità di integrarsi e di progettare il futuro. Un anno di prove di forza giocando a chi e più furbo, più svelto a scappare e a sfruttare l’onda. La minorenne Noemi, le origini della cui amicizia col premier sono tuttora ufficialmente ignote, viaggia ormai maggiorenne verso un futuro da modella, Patrizia D’Addario ha scritto un libro. Fabrizio Corona è stato condannato in un’aula in cui si è presentato a torso nudo dicendo, in sostanza, così fan tutti ma pago solo io.

La transessuale Brenda è morta in circostanze misteriose. Storie di sesso e ricatti, sesso comunque sempre a pagamento, hanno tenuto banco sui giornali. Il ministro Alfano ha visto naufragare il suo lodo salva premier, ma non è detta l'ultima. Il pentito Spatuzza ha raccontato con chi la mafia avesse rapporti, ma hanno fatto tutti finta di scambiare un Graviano per l’altro, la pratica per il momento è chiusa. Gli operai sono saliti sulle gru, così almeno qualcuno si è accorto di loro. Una moltitudine di giovani è scesa in strada vestita di viola. Molti altri si arrangiano, espatriano quelli che possono.

Chi resta, noi che restiamo, speriamo che lo show sia finito e lavoriamo per questo. Ostinandoci a credere nella ragione, nell’onestà d’intenti, nella giustizia, nella capacita di reagire di un popolo che sa farlo. E nella crescita di un’opposizione ancora inadeguata, divisa e incapace di indicare una rotta che somigli a una speranza. Serve uno scatto di reni in questa corsa, un indice puntato a indicare a tutti l’orizzonte. Il 2010 è l’anno. Forza, mettete le scarpe nuove e andiamo. Sarà una bella maratona se la corriamo insieme.

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