Un delegato sindacale dell'Alcoa di Portovesme è finito all'ospedale dopo essere svenuto a causa di un colpo ricevuto nei tafferugli fra manifestanti e forze dell'ordine al corteo di Roma. È quanto riferiscono fonti sindacali che parlano di un «colpo alla tempia ricevuto durante la carica degli agenti in tenuta antisommossa nel momento in cui il corteo ha deviato dal percorso previsto». I manifestanti, che hanno portato nella Capitale lo striscione «Energia e basta», hanno deciso di fermarsi in piazza Barberini e non proseguire verso via Molise dove è in programma un incontro che riguarda la vertenza Alcoa al Ministero dello sviluppo economico.
Il lavoratore colpito alla testa è stato costretto a ricorrere alla cure mediche e, secondo quanto riferito dai manifestanti, l'autoambulanza è arrivata dopo circa 38 minuti di attesa da piazza Barberini. A quanto affermano i manifestanti, che hanno accolto l'ambulanza con un «vergogna», il «lavoratore ferito ha perso i sensi due volte».
«Questa è una vertenza troppo importante: non so cosa succederà, ma la crisi non deve diventare un problema di ordine pubblico». Lo ha detto il segretario nazionale della Cgil, Guglielmo Epifani arrivato anche lui in piazza Barberini per manifestare la sua solidarietà ai lavoratori dell'Alcoa. Epifani, casco da metalmeccanico con la scritta Alcoa, si è intrattenuto diversi minuti sia con i lavoratori sia con gli amministratori del Sulcis che manifestano accanto a chi sta rischiando di perdere il posto di lavoro.
All'interno del Ministero continua un tavolo straordinario sulla questione dell'Alcoa.
In piazza Barberini, oltre Epifani, anche Antonio Di Pietro «Sono venuto qui a riferirvi il dibattito avvenuto questa mattina fra me e il rappresentante del Governo. Il Governo dice che avete ragione ma prevede solo la cassa integrazione». Alla notizia della cassa integrazione gli operai hanno risposto con un «buu» e hanno gridato «noi la cassa integrazione non la vogliamo». Di Pietro ha poi continuato affermando: «ho ribadito al Governo che chiudere un impianto del genere vuol dire chiuderlo per sempre. Per questa vicenda il Governo non ha previsto nulla se non la cassa integrazione. È una risposta insufficiente - ha affermato Di Pietro - bisogna essere fermi e restare in piazza perchè è l'unica arma che abbiamo». Per quanto riguarda la lotta politica Di Pietro ha aggiunto «noi abbiamo un presidio in Parlamento e farò la spola tra qui e li».
GUARDA IL VIDEO DEGLI SCONTRI
Fonte: Unita.it
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Il lavoratore colpito alla testa è stato costretto a ricorrere alla cure mediche e, secondo quanto riferito dai manifestanti, l'autoambulanza è arrivata dopo circa 38 minuti di attesa da piazza Barberini. A quanto affermano i manifestanti, che hanno accolto l'ambulanza con un «vergogna», il «lavoratore ferito ha perso i sensi due volte».
«Questa è una vertenza troppo importante: non so cosa succederà, ma la crisi non deve diventare un problema di ordine pubblico». Lo ha detto il segretario nazionale della Cgil, Guglielmo Epifani arrivato anche lui in piazza Barberini per manifestare la sua solidarietà ai lavoratori dell'Alcoa. Epifani, casco da metalmeccanico con la scritta Alcoa, si è intrattenuto diversi minuti sia con i lavoratori sia con gli amministratori del Sulcis che manifestano accanto a chi sta rischiando di perdere il posto di lavoro.
All'interno del Ministero continua un tavolo straordinario sulla questione dell'Alcoa.
In piazza Barberini, oltre Epifani, anche Antonio Di Pietro «Sono venuto qui a riferirvi il dibattito avvenuto questa mattina fra me e il rappresentante del Governo. Il Governo dice che avete ragione ma prevede solo la cassa integrazione». Alla notizia della cassa integrazione gli operai hanno risposto con un «buu» e hanno gridato «noi la cassa integrazione non la vogliamo». Di Pietro ha poi continuato affermando: «ho ribadito al Governo che chiudere un impianto del genere vuol dire chiuderlo per sempre. Per questa vicenda il Governo non ha previsto nulla se non la cassa integrazione. È una risposta insufficiente - ha affermato Di Pietro - bisogna essere fermi e restare in piazza perchè è l'unica arma che abbiamo». Per quanto riguarda la lotta politica Di Pietro ha aggiunto «noi abbiamo un presidio in Parlamento e farò la spola tra qui e li».
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