PALERMO - Una fotocopia del "papello", l’elenco delle richieste della mafia allo Stato per interrompere la stagione delle stragi, è stato consegnato mercoledì mattina alla Procura di Palermo. Lo hanno confermano ad Apcom fonti qualificate del palazzo di giustizia.E’ stato l’avvocato di Massimo Ciancimino (figlio dell'ex sindaco), Francesca Russo, a consegnarlo al procuratore aggiunto Roberto Scarpinato e al pm Nino Di Matteo. Il legale di Ciancimino avrebbe consegnato anche altri documenti.
DODICI RICHIESTE - L’Espresso, in un articolo a firmato da Lirio Abbate, precisa che in totale sono 12 le richieste che i boss di Cosa nostra avanzarono agli uomini delle istituzioni nell’estate del 1992, fra le stragi Falcone e Borsellino per arrivare a una tregua. I 12 punti richiesti da Riina e Provenzano, che sono al vaglio dei magistrati, si aprono con la revisione del maxi processo a Cosa nostra. Gli altri, secondo l'Espresso, spaziano dall’abolizione del carcere duro previsto dal 41 bis, agli arresti domiciliari per gli imputati di mafia che hanno compiuto 70 anni. La lista si conclude con la richiesta di defiscalizzazione della benzina per gli abitanti della Sicilia.
SECONDO PAPELLO CON LE MODIFICHE DI CIANCIMINO - Ma accanto alle 12 richieste di cui si compone il "papello", spunta a sorpresa - rivela L’Espresso - un altro "papello" con le proposte e le modifiche ai 12 punti pretesi dai corleonesi che don Vito Ciancimino avrebbe scritto di proprio pugno e consegnato all’allora colonnello del Ros, Mario Mori. «L'Espresso», nel servizio firmato da Lirio Abbate, pubblica anche fotografie del documento, e riferisce che sul "papello" scritto da Vito Ciancimino era incollato un post-it con l'annotazione: «consegnato al colonnello dei carabinieri Mori dei Ros».
MARTELLI DAVANTI AI GIUDICI PER TRE ORE - Si è intanto saputo che è durata circa 3 ore l'audizione dell'ex ministro della Giustizia Claudio Martelli davanti ai pm di Palermo e Caltanissetta nell'ambito delle indagini sulla cosiddetta trattativa tra lo Stato e Cosa Nostra avviata subito dopo la strage di Capaci. Martelli è stato sentito dopo l'intervista rilasciata ad "Anno Zero" nella quale disse che il giudice Paolo Borsellino era a conoscenza della trattativa. Sempre secondo Martelli la conferma gli era stata data dall'ex direttore degli affari penali Liliana Ferraro. Martelli, interrogato a Roma, ha confermato le dichiarazioni rese alla trasmissione di Santoro dicendo che Borsellino era venuto a conoscenza della trattativa da Liliana Ferraro, collaboratrice di Giovanni Falcone, che ne prese poi il posto a fianco del ministro Martelli. Proprio mercoledì la Ferraro, che oggi lavora al Cesis, è stata ascoltata dai pm su questa vicenda ed ha confermato le dichiarazioni fatte da Martelli.
Fonte: Corriere.it
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