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Istat, disoccupazione al 7,4% Occupati, mai così giù da 15 anni

ROMA - Il tasso di disoccupazione in Italia del secondo trimestre è pari al 7,4%, in crescita rispetto al 6,7% del secondo trimestre 2008. Si tratta del dato più alto dal primo trimestre 2006. Lo comunica l'Istat. Sul dato ha influito soprattutto l'incremento degli inattivi (+434mila unità), concentrato nelle regioni meridionali e dovuto a fenomeni di scoraggiamento: mancata ricerca del lavoro di molte donne per motivi familiari, al ritardato ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.

Calo tendenziale peggiore dal '94. In termini assoluti il numero degli occupati è calato di 378mila unità, in flessione dell'1,6% rispetto allo stesso periodo del 2008 (-0,3% rispetto al primo trimestre 2009). Il dato tendenziale, spiega l'Istat, è il peggiore dal secondo trimestre del 1994. Il risultato sintetizza il protrarsi della caduta dell'occupazione autonoma delle piccole imprese, l'accentuarsi del calo dei dipendenti a termine e la nuova riduzione del numero dei collaboratori.

Aumento dell'8,1% di chi cerca lavoro. Il tasso di occupazione, pari al 57,9%, è il più basso degli ultimi 4 anni. Il numero delle persone in cerca di occupazione sale invece a 1.841.000 unità (+137.000 unità, pari al +8,1 per cento rispetto al secondo trimestre 2008).

Aumentano gli occupati stranieri. L'Istat segnala anche che la caduta dell'occupazione è dovuta in gran parte al calo della componente italiana (-399 mila occupati maschi e -163 mila occupate donne) mentre prosegue la crescita dell'occupazione degli stranieri (+89 mila unità maschi e +95 mila unità femmine).

Gli occupati per Regione. A livello territoriale, si registra un nuovo restringimento della base occupazionale nel Nord, con l'eccezione delle province autonome di Trento e Bolzano e dell'Emilia Romagna, dove il numero degli occupati aumenta per il contributo fornito dagli occupati italiani con almeno 50 anni di età e dagli stranieri.

Nel Mezzogiorno il calo dell'occupazione si manifesta in misura accentuata. Nel Centro si segnala un marginale aumento degli occupati (+0,2 per cento, pari a 10.000 unità) dovuto sia alla maggiore crescita tendenziale degli occupati stranieri in questa ripartizione in confronto alle restanti (+17,7 per cento rispetto al 7,9 e all'8,7 per cento, rispettivamente del Nord e del Mezzogiorno) sia alla relativa più lunga permanenza sul posto di lavoro degli occupati italiani con almeno 50 anni di età.

E per settore. L'agricoltura registra una modesta contrazione del numero di occupati (-0,7 per cento, pari a -6.000 unità), concentrata nelle regioni meridionali. La notevole riduzione tendenziale dell'occupazione nell'industria in senso stretto (-3,9 per cento, pari a -197.000 unità) riguarda sia i dipendenti sia gli autonomi nell'insieme del territorio nazionale.

Le costruzioni tornano a segnalare un calo degli occupati (-2,1 per cento, pari a -41.000 unità), soprattutto dipendenti del Nord-est e del Mezzogiorno. Già in discesa nel precedente trimestre, il terziario segnala una nuova riduzione tendenziale dell'occupazione (-0,9 per cento, pari a -134.000 unità) a sintesi del protrarsi del calo degli autonomi e dell'interruzione del processo di crescita dei dipendenti; entrambi i fenomeni si verificano in misura significativa nel Mezzogiorno.

Fonte: Repubblica.it
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