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Deficit alle stelle, ma Tremonti vede rosa. Sindacati insoddisfatti, le Regioni non si presentano

L'incontro tra governo e parti sociali sulla manovra prossima ventura è iniziato senza le Regioni che hanno abbandonato il vertice per protesta. I temi sul tappeto erano molti, dalle risorse per i contratti pubblici agli incentivi per l'auto e l'estensione di quelli previsti per la contrattazione di secondo livello.
Esito piuttosto insoddisfacente, se non altro perchè per i contratti, a quanto dice la Cgil, non c'è proprio nulla.

Per la prima volta hanno partecipato anche i sindacati di polizia. Le Regioni hanno disertato il tavolo per protestare contro il rinvio degli ultimi confronti in calendario con il governo con cui fare il punto sui finanziamenti dei fondi fas, la sanità e i tagli alla scuola.

La Finanziaria sarà ultrasnella e composta da tre soli articoli, con aggiornamento al 2012 della legge finanziaria triennale che, secondo Tremonti "ha dato credibilità internazionale ai conti pubblici". Il ministro ha ricordato che dall'inizio della crisi "il governo ha varato sei decreti legge, al momento non vediamo altri provvedimenti di manovra".

"Fare di più sarebbe stato irresponsabile", ha detto il ministro dell'Economia rivendicando il "merito del governo di aver fatto una politica prudente, che sta dando i suoi frutti". Non si capisce quali, visto che il deficit vola al 5% e il Pil è stato quest'anno al meno 5%. Tremonti dice di attendersi molto dallo scudo fiscale, i cui introiti saranno destinate a un fondo speciale della presidenza del consiglio. Il sottosegretario Gianni Letta ha tentato di ricucire con le Regioni: "Speriamo che il chiarimento da loro chiesto possa avvenire al più presto. Ci auguriamo anche di potere indicare quanto prima la data dell'incontro tra governo e Regioni al rientro del presidente Berlusconi dal suo viaggio in America", ha aggiunto. Le Regioni protestano perchè di fatto il governo rinvia da sempre il confronto. Tra i punti di discussione considerati irrinunciabili dai governatori, ci sono il patto per la salute, i tagli alla scuola e le risorse per i fas (fondi per le aree sottoutilizzate).

La delegazione dell'unione delle Province italiane (Upi) ha lasciato in anticipo l'incontro.

Negative le prime reazioni. Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, ha espresso un giudizio negativo sull'impianto della Finanziaria. "Già l'anno scorso - ha detto Epifani - ero critico sull'impostazione della Finanziaria. Ora lo sono ancora. E' stata fatta una scelta politica di mettere pochi soldi, altri Paesi hanno fatto di più".

"Vi chiedo la disponibilità ad aprire una discussione per un impegno sulla riduzione delle tasse ai lavoratori dipendenti: ogni euro in più che entra deve avere questa destinazione", ha detto il segretario generale della Uil. Luigi Angeletti ha aggiunto che sui contratti del pubblico impiego "si aspetta semplicemente che vengano mantenuti gli impegni assunti con noi firmando l'accordo per la riforma del sistema contrattuale". Infine ha chiesto che siano fatti investimenti nelle infrastrutture.

Sulla stessa linea anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. Sul fisco "occorre un segnale di cambiamento con l'accordo di tutti. Penso che il governo debba dare una risposta subito".

Duro il primo giudizio del Pd: «Nulla di nuovo da Palazzo Chigi. Con questa ridicola manovrina il governo conferma appieno la sua impostazione miope, antisociale e antimeridionale. Che fine hanno fatto i piani Marshall per il Sud? Dove sono le risorse
del fantomatico 'new deal' berlusconiano? Dopo gli strumentali e propagandistici polveroni agostani, il Sud è completamente
dimenticato». Lo afferma Sergio D'Antoni, responsabile Mezzogiorno del Pd e vicepresidente della commissione Finanze della Camera.

«Dopo aver scippato il Sud di 35 miliardi di euro - afferma D'Antoni - dopo aver smantellato il credito d'imposta per gli imprenditori
meridionali e mentre la crisi morde soprattutto le zone deboli del meridione, Tremonti si lava le mani del Mezzogiorno. Davvero
un bell'esempio di responsabilità».
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