BARI - Mazzette della sanità pugliese finite ad esponenti nazionali del centrosinistra? Sale di livello l’indagine del pm antimafia di Bari Desirée Digeronimo. E l’accusa che sia esistito un comitato di affari interno all’assessorato alla Sanità della giunta Vendola — guidato dall’ex assessore,
con tangenti, finanziamenti illeciti e voti — esce dal recinto pugliese. Si cercano riscontri a indizi emersi nei colloqui dell’ex assessore e di imprenditori di sua fiducia intercettati. Passaggi di denaro anomali che disegnano uno scenario fatto di ringraziamenti in denaro per favori ricevuti, girati da imprenditori a prestanome e da questi a politici. Le intercettazioni compiute per otto mesi con una microspia piazzata nell’ufficio di Tedesco contengono i retroscena di ogni atto compiuto.I carabinieri del nucleo investigativo li rileggono in controluce incrociandoli con l’analisi di bilanci e conti correnti dei partiti che sostengono la giunta Vendola (Pd, Socialisti Autonomisti, Sinistra e Libertà, Prc e la Lista Emiliano) relativi al periodo 2005-2008. Solo alla fine si potrà verificare la vera natura di quei colloqui tra Tedesco e i politici al vaglio del pm. Mentre si scatena la caccia ai nomi dei politici intercettati Tedesco assicura: «Non ho mai parlato con esponenti nazionali degli appalti nella sanità pugliese. Né degli imprenditori che se li aggiudicavano. Non aveva senso. Non sono imprese di rilievo nazionale.
Contatti con politici nazionali li avevo quotidianamente. Ma parlavamo di politica. Ho stima enorme per Massimo D’Alema, sento spesso Nicola Latorre, ho sostenuto l’elezione di Michele Emiliano. Con l’ex ministro Livia Turco abbiamo fatto un accordo di programma da 459 milioni di euro di investimenti. E naturalmente sentivo Vendola che mi aveva voluto e mi dispiace se ne sia pentito». Gli accertamenti vanno avanti frenetici sui vari filoni di inchiesta, complementari alle indagini di altri pm come Giuseppe Scelsi e Andrea Nicastro. Intanto il governatore della Puglia combatte sospetti e attacchi che rischiano di indebolire la sua ricandidatura alla presidenza della Regione. Al Riformista, che la dava per indebolita ieri a Genova ha lanciato accuse di «cecchinaggio politico pari a quello di Feltri per Boffo»). Ad arroventare il clima poi l’attesa della Commissione bicamerale di inchiesta sulla Sanità che lunedì e martedì, ascolterà Vendola, il procuratore Marzano e i pm Digeronimo e Nicastro.
Fonte: Corriere.it
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