
Le condizioni poste dal segretario della Fiom dopo un lungo incontro con gli operai della Innse sono: sospensione dello smontaggio per tutto il mese di agosto almeno, allontanamento del presidio delle forze dell'ordine, apertura di un tavolo negoziale.
Il sindacalista ha spiegato che gli operai sono «determinati» a rimanere sulle gru e ha parlato di una «situazione senza sbocco». Da qui, secondo Rinaldini, la necessità di un intervento diretto del presidente del consiglio «affinchè vengano accolte le nostre richieste».
«Gli operai sulla gru stanno bene, ma non scenderanno fino a che non ci sarà una risposta e hanno visto che è già stato smontato il primo macchinario» assicura il segretario milanese della Fiom-Cgil, Maria Sciancati, dopo aver incontrato i quattro operai della Innse e il funzionario della Fiom che dalle 11.30 di questa mattina sono arrampicati sulla gru all'interno della fabbrica. La Sciancati è uscita dalla fabbrica per recuperare acqua e panini da portare ai cinque lavoratori e poi con lei è entrato il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini.
Intanto, dopo oltre 48 ore di presidio ininterrotto davanti ai cancelli della Innse gli operai milanesi della fabbrica in liquidazione hanno deciso di spostarsi da via Rubattino verso il centro della città. Sono una trentina di lavoratori, con alcune bandiere rosse della Fiom, si stanno incamminando verso Lambrate e probabilmente puntano verso stazione ferroviaria. Circondati da poliziotti e carabinieri i manifestanti non stanno creando disagio al poco traffico cittadino.
Davanti alla fabbrica però resta un presidio di lavoratori e dentro restano i quattro arrampicati sulla gru.
La decisione di entrare nella fabbrica è un atto «pesante, di cui siamo consapevoli per la difesa del lavoro», rivendica. Quanto all'esito del braccio di ferro in corso in queste ore tra il sindacato, i lavoratori, i funzionari di polizia e i soggetti istituzionali: «Non ci sono ancora spiragli aperti», spiega Sciancati. «I lavoratori si sono accorti stamani entrando che la prima lesatrice è già stata completamente smontata e questo certamente li ha portati anche al gesto di protesta».
«Le operazioni di smontaggio si sono fermate oggi - ha aggiunto - e probabilmente sarà così anche domani, ma noi abbiamo bisogno di uno stop, di una sospensione e serve un tavolo tra lavoratori, istituzioni e imprenditori per raggiungere un accordo e salvare l' industria».

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