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Il racconto dei turisti aggrediti "Sono froci diamogli addosso"

Circondati, sbeffeggiati e poi picchiati. Sono ancora sotto choc i due uomini aggrediti ieri a Port'Alba da un branco di trenta ragazzi. Un incubo durato almeno una ventina di minuti. 'Ho avuto paura che ci uccidessero'

Cercavano pretesti per pestarli. All´inizio, è bastato vedere due turisti sorridenti e un po´ spaesati, a ridosso della mezzanotte, a caccia di un taxi nei dintorni di Port´Alba. «Ma perché parlate inglese, qui si parla napoletano, non lo sapete?», li hanno provocati all´improvviso. Poi li hanno circondanti, sbeffeggiati, picchiati.

E solo quando uno dei due giovani sotto assedio è stato investito con uno scooter ed è finito a terra, solo quando ha cominciato a piangere e ad avere paura - "Smettetela, ma siete pazzi?" - i picchiatori hanno avuto un motivo anche "migliore" per aggredirli. «Sono froci. Questo è frocio, dagli addosso». È cominciata così l´agghiacciante avventura di Haik Mynasian, 25 anni, e Andrew P. E., 30 anni. Due turisti innamorati di Napoli. Al mattino avevano visitato Palazzo Reale e Castel Nuovo.

La notte sono finiti in balìa del branco. «Erano almeno trenta ragazzi, tra i 15 e i 25 anni, in sella ai motorini. A un certo punto ho pensato che non ne saremmo usciti vivi». Inseguiti e colpiti con schiaffi, calci e catene per 300 metri. Un incubo durato almeno venti minuti. Da via Bellini fino in piazza Carità. Una notte da incubo, finita tra gli interrogatori alla squadra Mobile e le medicazioni n pronto soccorso. Le vittime sono due giovani che lavorano insieme proprio nel settore dei diritti dell´uomo, studiano progetti ed investimenti per i paesi a rischio di democrazia.

Ad avere la peggio è stato Haik Mynasian, di origini armene anche se ormai residente a Milano. Il giovane, fondatore della onlus Global Civilization Center, con sede a Ginevra e a Milano, con i vestiti ancora insanguinati ha avuto il coraggio di denunciare la vile aggressione, di rimanere per tre ore negli uffici di polizia con l´intento di riconoscere attraverso le foto anche una sola di quelle facce di criminali, e solo dopo di sottoporsi alle radiografie al Vecchio Pellegrini.


Haik ha riportato contusioni su tutto il corpo, e una sospetta lesione alla gamba destra, sulla quale i suoi aguzzini hanno premuto con la ruota di uno scooter, prima che il ragazzo armeno riuscisse a scappare. È rimasto invece sotto choc e non ha voluto neppure ricorrere alle cure dei sanitari il suo amico Andrew P. E., 30 anni, svizzero. «Non mi fido di nessuno, non mi fido dei medici e della gente di qui. Voglio solo scappare dal sud Italia», ha riferito Andrew al suo amico. E proprio dalle istituzioni napoletane arriva il coro di solidarietà per Haik ed il suo amico. Il sindaco Iervolino non nasconde la sua profonda amarezza.

"È un fatto gravissimo e inaccettabile che una coppia di turisti stranieri, solo perchè gay venga aggredita da un branco di delinquenti. La nostra città non può accettare comportamenti simili. È necessario ribadire con forza, così come detta la nostra Costituzione, uguale dignità di ogni essere umano". Arrivano solidarietà e scuse ufficiali anche dal presidente del consiglio provinciale, Luigi Rispoli. «Ai turisti rimasti vittime dell´aggressione, voglio porgere le scuse del consiglio provinciale e ricordare che Napoli resta una tra le città più accoglienti ed aperte, con l´augurio di un piacevole prosieguo di vacanza nella nostra città.

Napoli è sempre stata - continua Rispoli - e tuttora è una città tollerante. Gli episodi di omofobia che purtroppo si sono succeduti nell´ultimo periodo non devono indurre a ritenere che l´atteggiamento dei napoletani nei confronti di chi esprime una diversità si sia inasprito".

I giovani del Pd, Eugenia Oliva e Giovanni Di Gennaro, chiedono «al consiglio e alla giunta regionale di aderire ufficialmente alla giornata internazionale contro l´omofobia del 7 maggio» e rinnovano l´invito "a tutti i consigli comunali e provinciali ad istituire nel minor tempo possibile il regolamento per il riconoscimento delle coppie di fatto".

Fonte: Repubblica.it
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