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Abruzzo, scontro Bertolaso - sindaci

L'AQUILA - Le macerie del terremoto del 6 aprile sono ancora lì, in quasi tutti i 49 paesi colpiti dal sisma. Ferme da 113 giorni. Dopo la vicenda di Castelnuovo , si scopre che anche in altri borghi gravemente danneggiati, la situazione è quantomeno simile, specie a Villa Sant'Angelo, Fossa, Sant'Eusanio e Tione degli Abruzzi (anche a causa degli ingenti danni). Ogni Comune dell'area del cratere, nel suo territorio, ha provveduto a pulire esclusivamente le vie d'accesso per la circolazione ed ha isolato la "zona rossa", lasciando così gran parte delle macerie al loro posto.

Alcune amministrazioni locali hanno anche predisposto siti temporanei per lo stoccaggio, ma i lavori, comunque, procedono a rilento. Non solo, all'Aquila - da giorni - è scoppiato un "caso macerie": la giunta guidata da Massimo Cialente ha affidato lo smaltimento di un milione e 500mila metri cubi di "rifiuti derivanti dai crolli connessi all'evento sismico", ad una sola ditta. Senza gara d'appalto. "Un business da 50 milioni di euro - accusa l'opposizione guidata dal capogruppo del Pdl, Gianfranco Giuliane - quanto meno sospetto per le procedure adottate". Dopo che la Guardia di Finanza ha acquisito gli atti della vicenda per approfondimenti, l'incarico è stato revocato.

E sulla vicenda "ricostruzione e macerie", ieri, è intervenuto anche il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso: "Noi a settembre chiuderemo le tendopoli, riapriremo le scuole, ma non si può pretendere che faccia tutto la Protezione Civile. Anche le altre amministrazioni ed i cittadini si devono impegnare per affrontare i problemi e risolverli".

Questo ha risposto a margine dell'inaugurazione della strada per la funivia del Gran Sasso (risistemata dall'Esercito) alla presenza del ministro della Difesa Ignazio La Russa. Ed ha aggiunto: "La Protezione Civile ha emanato nei tempi stabiliti le ordinanze. Tocca però ad altri applicarle e ciò non sta avvenendo".

Secca e tecnica la replica del sindaco Cialente: "Al Comune dell'Aquila sono arrivati 20 milioni di euro, per far fronte alle domande di intervento delle case classificate A, B e C. Per le sole A, secondo le nostre stime ne servono 120. E poi: il prezziario regionale è incompleto; siamo sommersi da richieste di revisione per case classificate agibili. Ed i rimborsi per la ricostruzione leggera hanno procedure poco chiare".

Intanto l'1 agosto prenderà il via un censimento. Spiega Bertolaso: "Metteremo gli aquilani che sono ancora senza alloggio davanti a tre scelte: trasferirsi nelle case che stiamo costruendo, oppure andare ospiti presso parenti o amici. O andare in affitto in case che può trovare la Protezione Civile e si può eventualmente procedere a requisire le case sfitte".
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