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CGIL: SULLE PENSIONI NORME DEL TUTTO INACETTABILI

ROMA - Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi si è detto "molto soddisfatto" dell'esito del confronto tenuto stamane a Palazzo Chigi tra governo e parti sociali sugli interventi in materia previdenziale che l'esecutivo ha messo a punto in un emendamento al dl anticrisi. "Abbiamo registrato il consenso di tutte le organizzazioni sulle misure adottate - ha affermato Sacconi - in particolare sull'innalzamento dell'età pensionabile delle donne nella pubblica amministrazione, alla destinazione delle economie in provvedimento su famiglia, non autosufficienza e welfare. Solo la Cgil ha espresso alcune perplessità ma direi costruttive".

Ma in effetti l'opposizione della Cgil in particolare sull'elevamento dell'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego è più netta di "alcune perplessità": "Queste norme significano una cosa sola: lavoreremo più a lungo per avere di meno come pensione", contesta il segretario confederale della Cgil, Morena Piccinini, che definisce pertanto le norme che il governo intende introdurre "inaccettabili".

Riguardo all'innalzamento a 65 anni dell'età pensionabile per le donne nel pubblico impiego Piccinini osserva che "non si potrà certo fermare a loro questo innalzamento" e che si tratta di una misura "illegittima". Circa poi i criteri di adeguamento dell'età pensionabile in relazione all'allungamento della vita il segretario confederale Cgil sottolinea che "questo aspetto, questa eventualità è già contenuta nelle norma in vigore". Per Piccinini dunque bisogna "ritornare ai criteri di flessibilità per la parificazione uomo/donna contenuti nella legge Dini ed avviare una discussione approfondita sui coefficienti per i giovani.

Sacconi replica però di escludere nel "modo più assoluto" che l'aumento dell'età pensionabile delle donne possa essere esteso al settore privato. La decisione di aumentare l'età di pensionamento delle donne nel pubblico impiego, ha ricordato, "è stata presa perché la Corte di giustizia ce lo ha imposto e solo nel settore del pubblico impiego si può chiedere alle donne di lavorare di più". Secondo il ministro sulla misura "c'è stato apprezzamento dell'Ue e anche del mercato finanziario".

Per il futuro, ha aggiunto, "dobbiamo fare in modo che la spesa previdenziale rimanga ferma rispetto all'allungamento della vita. Allora dal 2015 e solo dal 2015, se ci sarà un incremento dell'aspettativa di vita ulteriore rispetto a quello attuale ci sarà un incremento dell'età di pensione ma, ripeto, al massimo per tre mesi nel 2015".

Sulle modifiche al sistema previdenziale si sono detti d'accordo tutti gli altri sindacati e associazioni di categoria. Secondo Cisl e Uil dagli emendamenti del governo sulle pensioni arriva "un utile contributo per la stabilizzazione del sistema".
In particolare, secondo il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, la misura scelta per arrivare all'equiparazione nel 2018 non è altro che "una risposta molto graduale ad una sentenza inappellabile della Corte di Giustizia europea". Dello stesso parere il segretario confederale della Cisl Maurizio Petriccioli che fa notare come il governo abbia anche salvaguardato i diritti acquisiti al 31 dicembre 2009.

L'Ugl chiede invece al governo "di fare uno sforzo in più per distinguere tra le lavoratrici e le madri lavoratrici per le quali la cura dei figli si aggiunge agli altri carichi familiari".


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