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CORTE DEI CONTI, CORRUZIONE: "UNA TASSA OCCULTA DA 60 MILIARDI"

«L'evasione è una tassa da 100 miliardi, recupero arduo. Deluse le aspettative di miglioramento dei conti pubblici»

ROMA - «Gli indici relativi all'esercizio 2008 hanno purtroppo disatteso» l'auspicio della «prosecuzione di un percorso virtuoso a riduzione del debito e deluso l'aspettativa di un miglioramento dei conti pubblici». Lo rileva il Procuratore generale presso la Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, nella sua requisitoria sul Rendiconto generale dello Stato: a pesare, la rapidità con cui la crisi finanziaria si è trasferita sull'economia reale. Il giudice contabile segnala che «il Pil ha registrato una flessione dell'1%; l'indebitamento netto è salito a 42,9 miliardi pari al 2,7% del Pil, l'avanzo primario è sceso al 2,4% e il debito pubblico ha raggiunto la cifra di 1663,65 miliardi, pari al 105,8% del Pil».

CORRUZIONE - La Corte dei Conti lancia poi l'allarme corruzione nelle pubbliche amministrazioni. «Il fenomeno - si legge nella memoria del procuratore generale della magistratura contabile - è talmente rilevante e gravido di conseguenze in tempi di crisi come quelli attuali, da far più che ragionevolmente temere che il suo impatto sociale possa incidere sullo sviluppo economico del Paese anche oltre le stime effettuate dal Saet (Servizio Anticorruzione e Trasparenza del ministero della Pubblica amministrazione e dell'Innovazione) nella misura prossima a 50/60 miliardi di euro all'anno, costituenti una vera e propria 'tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini'». Il fenomeno della corruzione è «perdurante», sottolinea Pasqualucci, ma esiste «un'ampia massa di cittadini che non cedono alle lusinghe del guadagno facile e vogliono operare con onestà, nel rispetto delle istituzioni».

EVASIONE - Nella sua relazione il procuratore generale della Corte dei Conti, citando i dati forniti dal ministro dell'Economia, ha ricordato che il valore aggiunto dell'economia sommersa nel nostro Paese è quasi pari al 18% del Pil e che, in termini i gettito, si tratta di almeno 7 punti di Pil, pari a oltre 100 miliardi l'anno. Tra i fattori che rallentano il recupero dell'evaso, Pasqualucci ha ricordato la «persistente caratterizzazione di straordinarietà di un obiettivo che dovrebbe essere considerato naturale e ordinario, l'indebolimento dell'apparato sanzionatorio, l'indebolimento giuridico degli studi di settore a seguito del ridimensionamento della loro valenza dal 2007 in avanti, e il deficit di conoscenza e di trasparenza che caratterizza l'approccio all'evasione».

PENSIONI - Secondo la Corte dei Conti, inoltre, la condanna della Corte di giustizia europea sull'età pensionabile «appare l'occasione propizia per un risanamento della legislazione in materia che adegui l'età effettiva di pensionamento in Italia alla media europea». Secondo Pasqualucci, gli effetti della riforma «nel quadro di una necessaria omogeneizzazione di sistema» potrebbero avere «positivi effetti» che potrebbero «cominciare evidenziarsi in tempi relativamente brevi».

Fonte: corriere.it


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