ROMA - Allo 007 che preparava i finti dossier contro il pubblico ministero Henry John Woodcock fu promessa una consulenza al Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. È lui stesso a raccontarlo in una conversazione registrata e allegata agli atti dell'inchiesta sull'associazione segreta che sarebbe stata guidata da alti magistrati in servizio a Potenza. Nicola Cervone, 54 anni, l'ex agente del Sisde assunto come cancelliere presso il Tribunale di Melfi, è accusato di essere il «terminale» del gruppo che avrebbe fatto capo al sostituto procuratore generale Gaetano Bonomi e al suo collega Modestino Roca e per questo nei mesi scorsi è stato arrestato per calunnia. Nell'elenco ci sono anche carabinieri e finanzieri, tutti indagati nel fascicolo affidato al procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli.
Per mesi Woodcock sarebbe stato spiato insieme ad altri colleghi e alla giornalista Federica Sciarelli, conduttrice di Chi l'ha visto?. I dati sui loro tabulati telefonici e contatti sono finiti in alcuni esposti anonimi spediti alla Procura locale e ai giornali con l'obiettivo di delegittimarli e di farli finire sotto procedimento disciplinare in modo che fossero trasferiti in altra sede. Denunce preparate proprio da Cervone, che per le spedizioni si affidò a un poliziotto, Leonardo Campagna. Ed è stato proprio quest'ultimo, quando ha capito di essere coinvolto in una trappola che avrebbe potuto portarlo in carcere, a decidere di collaborare con gli inquirenti consegnando loro le registrazioni delle conversazioni con Cervone, che lui stesso aveva effettuato durante alcuni appuntamenti.
In particolare agli atti dell'inchiesta è allegata una cassetta audio che dà conto di un colloquio tra i due del 30 gennaio 2010. Campagna è preoccupato perché dopo essere stato individuato come «mittente» degli anonimi grazie alle telecamere piazzate davanti all'ufficio postale teme per gli esiti dell'indagine. E dunque afferma: «Sono sottoposto a procedimento e per le vostre stronzate devo passare i guai...». Cervone cerca di rassicurarlo e così rivela i suoi obiettivi futuri: «Io a breve, molto a breve sono chiamato come consulente al Copasir e vieni pure tu», ma non fa riferimento a quale sia il suo referente nell'organismo guidato da D'Alema.
In realtà dopo poco l'ex 007 finisce sotto inchiesta e questo blocca ogni possibilità di ottenere nuovi incarichi. Ma quanto afferma subito dopo fa ben comprendere quale fosse lo scenario nel quale si muoveva ed è su questo che si continuano a concentrare gli accertamenti nei confronti dei magistrati che vengono ritenuti dall'accusa i «mandanti» dell'operazione. Dice Cervone: «Là c'era tutto un giro di magistrati che s'erano accordati fra loro per poter fare diversi casini e tutta una cosa, ti dovrei, dovremmo sederci e parlarci ore, capito! Era tutto un bordello che avevano fatto tra loro, non è che c'era accanimento ma quello sembrava il paladino senza macchia e non era così». Evidenzia il giudice nel provvedimento che ha disposto l'arresto dell'ex agente del Sisde: «In buona sostanza nella spiegazione di Cervone le motivazioni della spedizione dell'esposto risiedono nel rancore nutrito da alcuni magistrati "che s'erano accordati tra loro per poter fare diversi casini" nei confronti del dottor Woodcock che "sembrava il paladino ma non era così"».
Di tutto questo risponderà domani Bonomi, convocato per l'interrogatorio come indagato di associazione a delinquere, corruzione in atti giudiziari, calunnia e rivelazione di segreto. L'alto magistrato ha sempre respinto le accuse, ma di fronte ai pubblici ministeri dovrà spiegare il contenuto di decine e decine di intercettazione telefoniche che invece mostrano la sua volontà di delegittimare i colleghi e i suoi rapporti con numerosi politici e imprenditori lucani, oltre alla sua ricerca di sponsor a livello nazionale per ottenere un incarico all'ispettorato del ministero della Giustizia oppure per diventare procuratore di Potenza.
Se trovi i nostri articoli interessanti, Clicca su "MI PIACE""
Fonte: Corriere.it
--- Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
Per mesi Woodcock sarebbe stato spiato insieme ad altri colleghi e alla giornalista Federica Sciarelli, conduttrice di Chi l'ha visto?. I dati sui loro tabulati telefonici e contatti sono finiti in alcuni esposti anonimi spediti alla Procura locale e ai giornali con l'obiettivo di delegittimarli e di farli finire sotto procedimento disciplinare in modo che fossero trasferiti in altra sede. Denunce preparate proprio da Cervone, che per le spedizioni si affidò a un poliziotto, Leonardo Campagna. Ed è stato proprio quest'ultimo, quando ha capito di essere coinvolto in una trappola che avrebbe potuto portarlo in carcere, a decidere di collaborare con gli inquirenti consegnando loro le registrazioni delle conversazioni con Cervone, che lui stesso aveva effettuato durante alcuni appuntamenti.
In particolare agli atti dell'inchiesta è allegata una cassetta audio che dà conto di un colloquio tra i due del 30 gennaio 2010. Campagna è preoccupato perché dopo essere stato individuato come «mittente» degli anonimi grazie alle telecamere piazzate davanti all'ufficio postale teme per gli esiti dell'indagine. E dunque afferma: «Sono sottoposto a procedimento e per le vostre stronzate devo passare i guai...». Cervone cerca di rassicurarlo e così rivela i suoi obiettivi futuri: «Io a breve, molto a breve sono chiamato come consulente al Copasir e vieni pure tu», ma non fa riferimento a quale sia il suo referente nell'organismo guidato da D'Alema.
In realtà dopo poco l'ex 007 finisce sotto inchiesta e questo blocca ogni possibilità di ottenere nuovi incarichi. Ma quanto afferma subito dopo fa ben comprendere quale fosse lo scenario nel quale si muoveva ed è su questo che si continuano a concentrare gli accertamenti nei confronti dei magistrati che vengono ritenuti dall'accusa i «mandanti» dell'operazione. Dice Cervone: «Là c'era tutto un giro di magistrati che s'erano accordati fra loro per poter fare diversi casini e tutta una cosa, ti dovrei, dovremmo sederci e parlarci ore, capito! Era tutto un bordello che avevano fatto tra loro, non è che c'era accanimento ma quello sembrava il paladino senza macchia e non era così». Evidenzia il giudice nel provvedimento che ha disposto l'arresto dell'ex agente del Sisde: «In buona sostanza nella spiegazione di Cervone le motivazioni della spedizione dell'esposto risiedono nel rancore nutrito da alcuni magistrati "che s'erano accordati tra loro per poter fare diversi casini" nei confronti del dottor Woodcock che "sembrava il paladino ma non era così"».
Di tutto questo risponderà domani Bonomi, convocato per l'interrogatorio come indagato di associazione a delinquere, corruzione in atti giudiziari, calunnia e rivelazione di segreto. L'alto magistrato ha sempre respinto le accuse, ma di fronte ai pubblici ministeri dovrà spiegare il contenuto di decine e decine di intercettazione telefoniche che invece mostrano la sua volontà di delegittimare i colleghi e i suoi rapporti con numerosi politici e imprenditori lucani, oltre alla sua ricerca di sponsor a livello nazionale per ottenere un incarico all'ispettorato del ministero della Giustizia oppure per diventare procuratore di Potenza.
Se trovi i nostri articoli interessanti, Clicca su "MI PIACE""
Fonte: Corriere.it
--- Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
0 commenti to " "Al Copasir per creare dossier contro Woodcock" "