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Il voto segreto non salva Papa La Camera dice sì all'arresto

La maggioranza dei deputati ha detto sì all'arresto dell'onorevole del Pdl, Alfonso Papa. Su 612 presenti hanno votato a favore 319 deputati. I voti contrari sono stati invece 219. Non si è dunque realizzato il «salvataggio» che secondo molti sarebbe stato attuato grazie all'adozione del voto a scrutinio segreto, richiesto dal gruppo del Pdl e da quello di Popolo e Territorio (gli ex Responsabili).

Voto segreto o voto palese. E' sul tipo di votazione che verrà adottata sulla richiesta di arresto avanzata dalla procura di Napoli che si gioca il futuro dell'on Alfonso Papa. Ed è sull'esito che ne emergerà che si gioca il braccio di ferro tra la maggioranza e l'opposizione, ma anche tra le forze stesse della coalizione di governo dopo che la giunta per le autorizzazioni aveva nei giorni scorsi espresso parere favorevole. La discussione è iniziata e negli interventi dei deputati è evidente la contrapposizione tra il blocco del centrosinistra e del terzo polo e il Pdl, affiancato dal gruppo degli ex Responsabili. Anche Silvio Berlusconi, a discussione avviata quasi al termine, si è presentato a Montecitorio per il voto e parlando con i suoi coordinatori regionali ha spiegato che e va fermato «il rischio di una escalation di arresti» perché « perchè di questo passo si rischia di minare i numeri della maggioranza e di tornare al clima del '92». Non è invece presente Umberto Bossi.

LE TENSIONI - In mattinata la maggioranza era arrivata a votare contro la posizione espressa dall'esecutivo su alcune mozioni relative all'emergenza rifiuti, con evidente disappunto del ministro Stefania Prestigiacomo, andando incontro alle posizioni della Lega, fortemente critica su ulteriori aiuti esterni per la risoluzione dell'emergenza smaltimento a Napoli. E questo, per il Pd, è un chiaro segnale di scambio: il Pdl avrebbe fatto dietrofront sui rifiuti per garantirsi la benevolenza del Carroccio nel voto del pomeriggio da cui dipenderà l'arresto di Papa. Ma, appunto, affinché i leghisti possano esprimersi contro il provvedimento restrittivo è necessario che la votazione avvenga a scrutinio segreto, visto che l'ultima posizione ufficiale adottata dal partito di Bossi è quella di un sì all'arresto - ribadita ancora in Aula dalla portavoce Carolina Lussana («Siamo sempre stati coerenti con questa scelta, senza di noi non sarebbe passato il sì in Commissione, anche se bisognerebbe ripensare all'uso distorto della carcerazione preventiva») -, posizione che avrebbe anche il consenso di gran parte dell'elettorato leghista.

IL VOTO SEGRETO - Il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, ha respinto con sdegno l'ipotesi dello scambio: «Sui rifiuti è emersa semplicemente una valutazione diversa all'interno della maggioranza derivante da interessi territoriali diversi che sono assolutamente rispettabili». E al leader dei deputati democratici Dario Franceschini, che aveva denunciato in aula l'ipotesi di una trattativa sottobanco, ha replicato definendo la posizione del Pd «una cinica partita strumentale» e precisando che «sull'autorizzazione all'arresto rivendichiamo il voto segreto perchè è giusto che sulla libertà di una persona ogni deputato sia messo di fronte alla propria coscienza». A dare manforte al Pdl ci sarà sicuramente il gruppo di Popolo e Territorio: «Saremo noi a chiedere il voto segreto per Alfonso Papa - ha detto il capogruppo Silvano Moffa -. Siamo disponibili a farlo perchè io ritengo che sia non solo opportuno, ma necessario». Resta però il nodo delle firme in calce alla richiesta: ce ne sarebbero 29, ma ne sono necessarie almeno 30. Ma sembra certo che la richiesta sarà firmata anche dal Pdl. Il Pd, dal canto suo, ha deciso di sostenere il voto palese così come l'Idv che fin dall'inizio è stato su questa posizione e per bocca dell'on. Daniele Marantelli ha invitato la Lega a fare altrettanto: «Altrimenti - ha sottolineato - sarà evidente che gli spadoni esibiti orgogliosamente a Pontida, appena giungono a Roma, si afflosciano per mantenere un sistema di potere che sta producendo gravi danni a tutto il Paese».

«ASPETTIAMO TUTTI» - Dal canto suo il diretto interessato, avvicinato dai cronisti, ha ostentato tranquillità: «Aspettiamo tutti» il voto ha detto all'Ansa Alfonso Papa. La sua giornata è iniziata con una messa, nella stessa chiesa, quella dei santi Claudio e Andrea in piazza San Silvestro, in cui si era raccolto in preghiera, nelle ore dell'inchiesta che lo avrebbe costretto a lasciare, il governatore di Bankitalia Antonio Fazio. Ma Papa non sembra farsi impressionare dalla coincidenza: «Se uno è cristiano non è superstizioso». Parlando poi in Aula prima del voto ha ribadito di essere «totalmente estraneo ad ogni addebito che mi viene contestato» spiegando che «comunque vada continuerò la mia battaglia di verità».

LA SCRITTA NEI BAGNI - Intanto, mentre in Aula s'infiammava il dibattito sulla richiesta d'arresto, nei bagni della Camera è spuntata una scritta che lo condanna senza appello: «Cosentino camorrista, Papa in galera». condanna senza appello: «Cosentino camorrista, Papa in galera». I bagni sono al piano dell'Aula, a pochi metri dall'emiciclo. Al pian terreno ci sono quelli maschili e dietro una porta di questi, con la penna nera, qualcuno ha vergato la scritta contro l'ex sottosegretario all'Economia e contro Papa. Non è la prima volta che spuntano invettive contro Cosentino, già etichettato come «camorrista», con una scritta molto simile sempre sulla porta di un bagno. I bagni sono accessibili a molte persone: deputati, giornalisti, operatori televisivi, dipendenti della Camera.

VERTICE DA BERLUSCONI - Intanto, il premier Silvio Berlusconi, che nei giorni scorsi ha lavorato di diplomazia cercando di convincere Bossi a salvare il deputato pdl, nel primo pomeriggio ha convocato a Palazzo Grazioli il segretario del partito Angelino Alfano e i coordinatori nazionali e regionali del Pdl. Secondo quanto riferito da uno dei presenti, Berlusconi ha introdotto la riunione elencando un piano di riforme da realizzare nei prossimi 20 mesi, cioè nella parte restante della legislatura fino al 2013, per recuperare consensi nel Paese ed ha citato un sondaggio che vedrebbe il Pdl al 28%, con il Pd al 26%. Nelle ultime due settimane Berlusconi non ha mai rilasciato dichiarazioni in pubblico, salvo una breve nota letta ai cronisti dopo il voto di fiducia alla Camera venerdì scorso. Non è ancora chiaro se Berlusconi si presenterà in Aula per il voto sulla richiesta di arresto.


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Fonte: Corriere.it

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