MILANO - Il Governo ha deciso di fermare il programma di realizzazione delle centrali nucleari e ha inserito nella moratoria già prevista nel decreto legge Omnibus, all'esame dell'aula del Senato, l'abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione degli impianti nucleari nel Paese.
RINNOVABILI - Tremonti poco prima aveva anche lanciato l'idea di un grande piano europeo per le fonti rinnovabili e la ricerca di energie alternative e in pratica chiude la porta al programma nucleare. Il ministro dell'Economia, nel corso di un'audizione alla commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo a Bruxelles, ha detto che il piano potrebbe essere finanziamento anche con gli Eurobond, l'emissione comune di titoli di Stato europei. «Credo sia il momento per un passaggio storico», ha aggiunto Tremonti. «Credo sia arrivato il momento di ragionare su una versione applicata del vecchio e glorioso piano Delors e di investire in piani di investimento in ricerche alternative, anche combinandoli con la nuova struttura geopolitica del Mediterraneo».
NUCLEARE - Proseguendo nel suo discorso, Tremonti in pratica chiudeva la porta al nucleare, dopo che già la Germania si era espressa per l'uscita nel più breve tempo possibile dal programma atomico. Il disastro della centrale giapponese di Fukushima non è «riducibile alla banalità di un incidente tecnico», ma assume una dimensione «molto più rilevante in cifra storica» sottolineava il ministro dell'Economia. «Per la crisi dopo la catastrofe di Fukushima», aveva aggiunto il ministro, «le formule contenute nel trattato europeo non sono sufficienti e gli interventi anche di precauzione non mi sembrano sufficienti». Secondo Tremonti oggi sul nucleare va fatta «una riflessione economica e non solo tecnica». Tremonti ha rilanciato l'idea di calcolare i costi futuri che deriveranno dallo smantellamento delle vecchie centrali nucleari e la loro messa in sicurezza, per avere un'idea più chiara dell'impatto sulle casse dello Stato. «È stata fatta davvero una contabilità del nucleare? Sono stati contabilizzati i costi del decommissioning? Esiste il calcolo del rischio radioattivo? Sappiamo che i benefici ci sono e sono locali, ma i malefici sono generali».
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Fonte: Corriere.it
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NUCLEARE - Proseguendo nel suo discorso, Tremonti in pratica chiudeva la porta al nucleare, dopo che già la Germania si era espressa per l'uscita nel più breve tempo possibile dal programma atomico. Il disastro della centrale giapponese di Fukushima non è «riducibile alla banalità di un incidente tecnico», ma assume una dimensione «molto più rilevante in cifra storica» sottolineava il ministro dell'Economia. «Per la crisi dopo la catastrofe di Fukushima», aveva aggiunto il ministro, «le formule contenute nel trattato europeo non sono sufficienti e gli interventi anche di precauzione non mi sembrano sufficienti». Secondo Tremonti oggi sul nucleare va fatta «una riflessione economica e non solo tecnica». Tremonti ha rilanciato l'idea di calcolare i costi futuri che deriveranno dallo smantellamento delle vecchie centrali nucleari e la loro messa in sicurezza, per avere un'idea più chiara dell'impatto sulle casse dello Stato. «È stata fatta davvero una contabilità del nucleare? Sono stati contabilizzati i costi del decommissioning? Esiste il calcolo del rischio radioattivo? Sappiamo che i benefici ci sono e sono locali, ma i malefici sono generali».
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