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A gennaio volano i prezzi Benzina e pane alle stelle. Italia la peggiore in Europa

ROMA - Per il terzo mese consecutivo il tasso di disoccupazione si attesta all'8,6% con una crescita di 0,2 punti percentuali su base annua. Lo rende noto l'Istat, specificando che prosegue la crescita del tasso di disoccupazione giovanile (la fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni), che raggiunge il 29,4%. Si tratta del record da gennaio del 2004, quando sono iniziate le serie storiche mensili. A dicembre 2010 il tasso di disoccupati giovanili si era attestato a 28,9%.

Pane e benzina alle stelle. Non è però l'unica cattiva notizia ad arrivare oggi dall'istituto nazionale di statistica. Secondo i calcoli provvisori dell'Istat l'inflazione a febbraio si è attestata al 2,4%, con una crescita dello 0,3% rispetto a gennaio. Si tratta del dato peggiore dal novembre 2008 quando era stato toccato il 2,7%. Sul dato hanno pesato gli aumenti dei beni alimentari e dei carburanti. In particolare, spiega l'Istat, il prezzo della benzina è aumentato a febbraio dello 0,8% su base mensile, con una crescita annua dell'11,8%. Sale anche il gasolio per riscaldamento (+1,8% su mese e +17,2% sull'anno). In forte crescita anche i prezzi dei beni alimentari: in particolare il pane aumenta dello 0,3% sul mese dell'1,2% sull'anno. Vola anche la frutta fresca, che in un mese è salita dell'1,8% e del 2,4% rispetto al febbraio 2010.

Bruxelles conferma. Le previsioni del nostro centro di statistica si discostano leggermente da quelle dell'Unione Europea secondo cui l'inflazione
in Italia è destinata a salire nel 2011 attestandosi al 2,2%, in linea con la media dell'Eurozona e al di sotto della media Ue-27 salita al 2,5%. Per il nostro Paese - sottolinea Bruxelles - si tratta di un balzo di quattro punti rispetto alle precedenti previsioni, dovuto soprattutto - si spiega - all'ipotesi di un aumento del prezzo del petrolio nei prossimi mesi.

Giovani senza lavoro. Tornando all'emergenza lavoro, stando all'Istat, il numero dei disoccupati è pari a 2 milioni 145 mila, registra una crescita dello 0,1% (+2 mila unità) rispetto a dicembre. Il risultato è sintesi della crescita della disoccupazione femminile e della flessione di quella maschile. Su base annua la crescita del numero di disoccupati è del 2,8% (+58 mila unità). Sempre a gennaio gli occupati sono 22 milioni 831 mila unità, in diminuzione dello 0,4% (-83 mila unità) rispetto a dicembre 2010. Nel confronto con l'anno precedente l'occupazione è in calo dello 0,5% (-110 mila unità). La diminuzione registrata nel mese è dovuta sia alla componente maschile sia a quella femminile. Il tasso di occupazione è pari al 56,7%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto a dicembre (il minimo dallo scorso agosto) e di 0,4 punti rispetto a gennaio 2010. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumentano dello 0,5% (80 mila unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività è pari al 37,8%, dopo tre mesi in cui risultava stabile al 37,6%.

In Europa va meglio. Il dato italiano, seppure restando migliore della media, è in controtendenza rispetto a quello europeo. Lo scorso gennaio il tasso di disoccupazione nei 17 paesi dell'Eurozona ha registrato infatti una lieve flessione rispetto a dicembre 2010, passando dal 10 al 9,9%. Lo ha reso noto oggi Eurostat. Andamento analogo è stato registrato nel complesso dell'Ue, dove la disoccupazione è scesa dal 9,6 al 9,5%. Le stime dell'Istituto europeo di statistica indicano che nei 27 Paesi Ue i senza lavoro, lo scorso gennaio, erano poco più di 23 milioni, di cui 15,7 nei soli paesi dell'Eurozona. Rispetto al mese precedente è stata registrata una flessione di 43.000 unità nell'Ue a 27, e di 72.000 unità nell'Ue a 17, mentre rispetto a un anno prima i disoccupati sono risultati essere 99.000 in più nell'insieme dell'Unione e sostanzialmente gli stessi nell'Eurozona.

In Italia crescita lenta. Bruxelles ha diffuso oggi anche le previsioni di crescita dell'Unione per il 2011. La Commissione ha corretto al rialzo le stime sia per l'eurozona che per l'Ue, indicando rispettivamente un +1,6% e +1,8%, meglio di quanto pronosticato a novembre con un +1,5% e un +1,7%. Motivo: le migliori prospettive dell'economia globale e la fiducia delle imprese. Nell'eurozona la ripresa è trainata dalla Germania, mentre l'Italia Bruxelles conferma la stima di autunno: 1,1%, ben al di sotto della media.

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Fonte: Repubblica.it

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