ROMA - "Napolitano (e Feltri) cambiano bandiera", il primo riscopre il tricolore "in chiave anti leghista" e il secondo "rinnega il berlusconismo". Con questo titolo e un articolo al veleno si materializza sia l'irritazione verso il capo dello Stato sia lo scontro nell'aria da tempo 1 tra gli ex amici e alleati della stampa berlusconiana più militante: Feltri e Sallusti, l'ex e l'attuale direttore del Giornale. Insieme a un pesantissimo attacco al presidente della Repubblica.
Nell'editoriale di oggi, Sallusti, vero pasdaran del Cavaliere, punta l'indice in particolare sull'intervento di ieri 2del capo dello Stato che ha inaugurato le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. "Più che unire - scrive Sallusti - l'inquilino del Colle evidentemente mira a spaccare, gli italiani (oltre 3 milioni i votanti del Carroccio alle ultime politiche) e il governo". Da lui, prosegue, "nessun accenno, critica o richiamo a chi invece i simboli dell'Unità d'Italia li ha disprezzati per cinquant'anni. Cioè lui stesso e i suoi amici comunisti". Napolitano, aggiunge il direttore del Giornale, "rimuove la verità che nelle piazze del Pci invase da bandiere rosse il tricolore fosse bandito, che Bella Ciao venisse
cantata al posto dell'inno di Mameli, la parola Patria considerata un residuo fascista".
Se Bossi ha un merito, precisa Sallusti, "è proprio quello di aver tenuto ancorato a 'Roma ladrona', attraverso Berlusconi, il giustificato malessere del Nord incompreso", anche se "lo ha fatto a suo modo".
A cambiare bandiera, per il direttore del quotidiano milanese, è stato anche Vittorio Feltri che, sottolinea, "fino a ieri tra i più autorevoli sostenitori del premier, in un incontro pubblico a Cortina, ha detto che Silvio Berlusconi non ha i numeri per candidarsi a capo dello Stato e che sarebbe addirittura meglio che non si ricandidasse neppure a premier. Fini, Bocchino e Di Pietro - si chiede Sallusti - possono contare su un nuovo alleato?".
Il pezzo di cronaca da Cortina, dal titolo "Feltri rinnega Silvio", riporta le frasi del direttore di Libero ("Spero che il prossimo presidente della Repubblica non sia il Cavaliere: immaginate cosa potrebbe accadere, escort al Quirinale..."). Affermazioni che a sallusti, fedelissimo del Cavaliere, non sono piaciute. Al punto di farne oggetto del duro attacco sulla prima pagina del giornale che dirige. Si attende, adesso, la replica di Feltri. E siamo solo all'inizio.
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Fonte: Repubblica.it
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Nell'editoriale di oggi, Sallusti, vero pasdaran del Cavaliere, punta l'indice in particolare sull'intervento di ieri 2del capo dello Stato che ha inaugurato le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. "Più che unire - scrive Sallusti - l'inquilino del Colle evidentemente mira a spaccare, gli italiani (oltre 3 milioni i votanti del Carroccio alle ultime politiche) e il governo". Da lui, prosegue, "nessun accenno, critica o richiamo a chi invece i simboli dell'Unità d'Italia li ha disprezzati per cinquant'anni. Cioè lui stesso e i suoi amici comunisti". Napolitano, aggiunge il direttore del Giornale, "rimuove la verità che nelle piazze del Pci invase da bandiere rosse il tricolore fosse bandito, che Bella Ciao venisse
cantata al posto dell'inno di Mameli, la parola Patria considerata un residuo fascista".
Se Bossi ha un merito, precisa Sallusti, "è proprio quello di aver tenuto ancorato a 'Roma ladrona', attraverso Berlusconi, il giustificato malessere del Nord incompreso", anche se "lo ha fatto a suo modo".
A cambiare bandiera, per il direttore del quotidiano milanese, è stato anche Vittorio Feltri che, sottolinea, "fino a ieri tra i più autorevoli sostenitori del premier, in un incontro pubblico a Cortina, ha detto che Silvio Berlusconi non ha i numeri per candidarsi a capo dello Stato e che sarebbe addirittura meglio che non si ricandidasse neppure a premier. Fini, Bocchino e Di Pietro - si chiede Sallusti - possono contare su un nuovo alleato?".
Il pezzo di cronaca da Cortina, dal titolo "Feltri rinnega Silvio", riporta le frasi del direttore di Libero ("Spero che il prossimo presidente della Repubblica non sia il Cavaliere: immaginate cosa potrebbe accadere, escort al Quirinale..."). Affermazioni che a sallusti, fedelissimo del Cavaliere, non sono piaciute. Al punto di farne oggetto del duro attacco sulla prima pagina del giornale che dirige. Si attende, adesso, la replica di Feltri. E siamo solo all'inizio.
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