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Schiaffo alla Cina, Nobel al dissidente. Sospesa la diretta Tv «Polizia in casa».


OSLO - Il premio Nobel per la pace 2010 è stato assegnato al dissidente cinese Liu Xiaobo. Confermate dunque le previsioni della vigilia, nonostante le pressioni di Pechino. Del resto, prima dell'annuncio ufficiale, lo stesso comitato norvegese aveva affermato che si sarebbe trattato di una «scelta da difendere». Il governo cinese, che al momento si limita a «prendere atto» dell'assegnazione, aveva dichiarato in precedenza che una decisione del genere avrebbe avuto ripercussioni negative sui rapporti tra la Repubblica popolare e la Norvegia. Il comitato del Nobel ha reso noto che Liu Xiaobo non è stato informato. Il primo governo a commentare la notizia è stato quello francese: il ministro degli Esteri, Bernard Kouchner, ha chiesto l'immediata liberazione del dissidente.

LE MOTIVAZIONI- «Durante gli ultimi decenni - si legge nelle motivazioni - la Cina ha fatto enormi progressi economici, forse unici al mondo, e molte persone sono state sollevate dalla povertà. Il Paese ha raggiunto un nuovo status che implica maggiore responsabilità nella scena internazionale, che riguarda anche i diritti politici. L'articolo 35 della Costituzione cinese stabilisce che i cittadini godono delle libertà di associazione, di assemblea, di manifestazione e di discorso, ma queste libertà in realtà non vengono messe in pratica». Per oltre due decenni, continua il Comitato del Nobel, «Liu è stato un grande difensore dell'applicazione di questi diritti, ha preso parte alla protesta di Tienanmen nell '89, è stato tra i firmatari e i creatori del Manifesto 08 della democrazia in Cina. Liu ha costantemente sottolineato questi diritti violati dalla Cina. La campagna per il rispetto e l'applicazione dei diritti umani fondamentali è stata portata avanti da tanti cinesi e Liu è diventato il simbolo principale di questa lotta».

LA POLIZIA- E mentre in Cina è stata interrotta la trasmissione in diretta della rete televisiva Bbc sull'annuncio del Nobel, davanti all'abitazione di Liu si è subito radunata una folla di giornalisti e cameraman. Anche la polizia si è recata nell'abitazione del premio Nobel. Gli agenti hanno impedito a Liu Xa, la moglie del neo premio Nobel, di parlare con i giornalisti. Lo riferisce l'emittente tv norvegese Nrk. Un corrispondente di Nrk ha riferito di trovarsi di fronte alla casa della coppia in Cina, ma di non poter parlare con la donna. Secondo quanto riferisce «Mingbao», quotidiano di Hong Kong, però, la donna ha affermato che «questo premio è un riconoscimento per il lavoro svolto da mio marito per l'affermazione dei diritti umani nel nostro Paese».

IL PROFILO- Liu Xiaobo sta scontando una condanna ad 11 anni di carcere per «istigazione alla sovversione». Liu, che già aveva trascorso lunghi periodi in galera, è stato accusato di essere tra i promotori di Carta08, il documento favorevole alla democrazia che è stato firmato da oltre duemila cittadini cinesi. Liu era stato arrestato alla fine del 2008 ma la condanna gli fu inflitta nel giorno di Natale del 2009, probabilmente nella speranza di ridurre la copertura dei mezzi d'informazione occidentali.

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