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Al governo in minoranza


Mancava che promettesse l'eliporto a Battipaglia, scrive del suo racconto di giornata Federica Fantozzi. Soldi per la Salerno Reggio Calabria - per la quale la mattina stessa sono stati tagliati i fondi, che volete che sia la realtà - l'immortale ponte sullo stretto, asfalto per le provinciali degli amici, soldi a pioggia per il Sud, parole e promesse. Ha garantito persino più risorse per la giustizia e per la scuola, con assoluto sprezzo del ridicolo. Tanto per passare il tempo, giacchè sapevamo dal principio che nella giornata di ieri non sarebbe successo niente di rilevante a parte qualche premessa di smottamento di cui diremo, ci siamo messi a scomporre il discorso di Berlusconi e ad analizzare una per una le venti balle principali: abbiamo poi avuto premura di scrivere a fianco come stanno in realtà le cose. Trovate quattro pagine all'interno: una lettura istruttiva da tenere da parte, tornerà buona al prossimo discorso per il quale è probabile non si debbano aspettare altri due anni.

Sovrastato nella coreografia di Montecitorio dal nemico Fini (impegnato a fare il suo partito, l'annuncio martedì: è questa la notizia politica di giornata) il presidente del Consiglio ha chiesto la fiducia su un discorso così vetero democristiano che pareva Rumor. L'ha avuta, ma è come se non. Tolti i voti finiani non ha la maggioranza: è fermo a 307 nonostante la campagna acquisti in casa Udc e i siciliani. Nervosissimo Bossi, che non ha nessuna intenzione di farsi logorare da un premier in minoranza, al netto dei capricci di Fini e delle pretese dei sudisti. La Lega vuole le elezioni e le avrà. A Berlusconi del resto basta passare le forche caudine del processo Mills e salvarsi dalle conseguenze dei processi: tornerà presto in auge la legge sul processo breve nella versione Bongiorno, che difatti su questo tema prendeva ieri appunti. Per il resto, uno spettacolo da fine impero agghindato dei gioielli in cassaforte.

Qualche microepisodio di giornata da segnalare per le biografie individuali: Calearo assente al voto, Granata contrario, Serra che passa con Casini, Nunzia di Girolamo assente alla cena di compleanno del premier dunque in disgrazia. Santanchè nuova musa. Tremonti nervoso quanto i leghisti e in fitto conciliabolo con Vendola, corteggiato più a destra che a sinistra. Scajola indicato in contumacia come prossimo coordinatore unico di quel che resta del Pdl, l'appartamento al Colosseo a sua insaputa non appassiona e non fa vendere i giornali del premier quanto il pied a terre a Montecarlo. Grandi manovre per assegnare lo Sviluppo ad un uomo di Tremonti così da tenere il successore in pectore buono ancora un po'. Di Pietro che lo chiama "stupratore di democrazia" lo fa impazzire, dev'essere il sostantivo. Bersani gli elenca le bugie, lo addita come impresario del teatrino di una politica che da 15 anni gira attorno ai suoi casi personali. Un voto ad uso delle telecamere, una fiducia che serve solo a rinviare la crisi finale del tempo che serve ad aggiustare le ultime faccende. Fini avrà il suo partito, la Lega farà da padrona, l'opposizione il tempo che speriamo basti a proporsi come alternativa di governo. A primavera si vota.

Fonte: Unita.it

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2 commenti to " Al governo in minoranza "

  1. Anonimo says:

    Bell'articolo, stupenda battuta: "Di Pietro che lo chiama "stupratore di democrazia" lo fa impazzire, dev'essere il sostantivo."

  2. Anonimo says:

    è una confusione politica che manderà l'Italia alla rovina,con qualche politico disoccupato,cosi si impara cosa significa essere disoccupati per ben 25 anni.

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