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Ultima occasione - Di Concita de Gregorio


Sono settimane, mesi. Vorrei dire che sono due anni - se Gheddafi celebra il secondo anniversario del trattato Italo libico noi possiamo celebrare quello della nuova Unità...- che questo giornale cerca con ostinazione, pazienza, fermezza e non senza difficoltà di chiamare all'appello della passione civile e poi politica, perché la politica è civiltà, tutte le forze sane e vive di opposizione, tutte gli italiani che non si siano già arresi a coltivare i pomodori sul terrazzo, ricordate?, a sbarrare porte e finestre di casa e a pensare per sé - lo spirito del tempo - ma che sappiano ancora, invece, mettersi a disposizione per immaginare un'Italia migliore. Lavorare con la testa e con le mani. Fare ciascuno quello che sa e quello che può: per la scuola, per il sapere, per la cultura, per la ricerca, per la salute, per l'ambiente. Per il diritto di lavorare e il dovere di farlo. Per la giustizia, contro le mafie e le cricche corrotte. Per le persone più deboli, che possano sentirsi forti. Per costruire un posto che sia il nostro posto. Perché è qui che vogliamo vivere, non essere costretti a scappare o sparire. Tutte le persone di tutte le sinistre, perché basta fare un passo indietro e mettere a fuoco la scena della rissa perpetua - della disputa su chi è più puro chi l'aveva detto prima - per vedere con grandissima chiarezza che è molto di più quello che unisce le opposizioni di quel che unisce le forze di governo, tanto per guardare in faccia l'avversario, e comunque è sempre molto più quel che unisce Vendola a Rosi Bindi, Pippo Civati a De Magistris, gli assessori grillini dell'Emilia ai ragazzi di Emma Bonino di quel che li divide. Sicuramente è molto più importante, in ogni caso.

L'anno scorso con "Le belle bandiere", quest'anno con i "Volti per l'Italia", nel laboratorio del sito web e su Facebook - saluto a proposito il giro di boa dei nostri primi cinquantamila amici - con il lavoro fuori orario di Francesca Fornario che ha messo insieme ragazzi di tutte le razze le religioni le fedi politiche a lavorare sui progetti, e che i progetti hanno realizzato: abbiamo provato a mostrare come nel Paese ci sia un mondo di persone molto più consapevoli, coese, capaci di andare al cuore delle cose di quanto non appaia invece, spesso, dalle parole dei leader. Il nostro posto, dicevo, e sono felice che proprio oggi nel reportage dall'Italia di Pippo Civati che pubblichiamo ogni giorno per ricordare i 150 anni cosa sono parli Carolina Girasole, sindaco di Isola Capo Rizzuto. Ha vinto le elezioni con lo slogan «È qui che vogliamo vivere», spiega come. E Giuseppe Provenzano, nella quinta puntata dei Volti per l'Italia, propone di andare a vedere cosa fa Magda Culotta, 25 anni, sindaco di Pollino in provincia di Palermo. Donne spesso, anche questo è un fatto. Rosi Bindi racconta in cosa consista, nel dettaglio, la mobilitazione annunciata ieri dal segretario del Pd. Non mercenari del Cepu ma militanti, vecchi e giovani animati da passione. Non so se saranno tre milioni, di certo una buona quota vorrà continuare ad esercitare i distinguo e a sparare sul vicino. Quel che certo è che è una grande occasione, converrà pensare bene al gioco che si vuole giocare. Una grande occasione, a occhio direi anche l'ultima.

Fonte: Unita.it

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