ROMA - Dopo un vertice a Palazzo Chigi con il premier, Nicola Cosentino si è dimesso da sottosegretario all'Economia. Il deputato mantiene però quello di coordinatore del Pdl in Campania. La decisione sarebbe stata maturata dallo stesso Cosentino campano. Nel pomeriggio, il coordinatore del Pdl Denis Verdini e Cosentino sono stati a palazzo Chigi a colloquio con Silvio Berlusconi, il capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto, il vice capogruppo al Senato Gaetano Quagiarello, il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa e il capogruppo in Senato del partito, Maurizio Gasparri. Al termine della riunione, la decisione.
L'Aula della Camera aveva stabilito di esaminare la mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino (Pdl) presentata da Pd, Idv e Udc tra mercoledì sera e giovedì mattina della prossima settimana, e comunque dopo la discussione sul decreto legge di proroga delle missioni militari all'estero.
La richiesta di calendarizzare al più presto la mozione di sfiducia su Cosentino era stata avanzata dall'opposizione, ma Pdl e Lega erano contrarie all'esame della mozione nel mese di luglio. In mancanza di un accordo la decisione finale è toccata, come prevede in questi casi sulla fissazione del calendario il regolamento di Montecitorio, al presidente della Camera, Gianfranco Fini.
È stata invece rinviata a settembre la discussione dell'altra mozione, che riguarda il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, "a meno che non si sia già dimesso prima", ha spiegato il capogruppo del Pd Dario Franceschini aggiungendo che sulla mozione Cosentino "non ci sarà diretta Tv".
Dura era stata la reazione della maggioranza. "La decisione di Fini è grave perché contrasta con la maggioranza del Parlamento", aveva detto il capogruppo della Lega Marco Reguzzoni, mentre Fabrizio Cicchitto aveva manifestato "netto dissenso sulla calendarizzazione". "Può accadere - ha spiegato il portavoce di Fini, Fabrizio Alfano - che si scontenti l'opposizione, come è successo nel caso della calendarizzazione del ddl intercettazioni prima della pausa estiva, o che, come questa volta, si scontenti la maggioranza".
"Sarebbe un grave errore politico se una parte del Pdl votasse a favore della mozione di sfiducia contro il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino", aveva detto il ministro degli Esteri Franco Frattini a margine dellasua visita di Stato in Algeria. "Un'altra cosa - aveva aggiunto il titolare della Farnesina - sarebbe se facesse un passo indietro".
La deputata e coordinatrice del Pdl Benevento, Nunzia De Girolamo, aveva consigliato a Nicola Cosentino di dimettersi. Uscita da Palazzo Chigi, la De Girolamo ha sottolineato che la sua eventuale salita alla direzione del Pdl campano, ''non è all'ordine del giorno. Ma io sono a disposizione. Al posto di Cosentino - conclude - io mi dimetterei anche per non lasciare spazio alle speculazioni dell'opposizione e di alcuni ambienti della maggioranza''.
Quando sono iniziate a circolare le voci delle dimissioni, da più parti ci sono stati commenti e interventi: ''Dimissioni del sottosegretario Cosentino? Chiedete a lui, io non ho nulla da aggiungere a quanto ho detto in questi giorni''. Così il ministro dell'Interno Roberto Maroni aveva risposto a una domanda sul sottosegretario. Però aveva aggiunto: ''C'è un membro del governo che è sottoposto ad indagine, ma non mi risulta che sia stato condannato. I casi individuali sono tali - aveva proseguito Maroni - ma sono più gravi degli altri perché chi riveste cariche pubbliche deve andare oltre l'affermazione di innocenza''.
Per il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, non esiste una questione morale nella maggioranza di governo. "Esistono alcune persone - aveva detto - che sono avvisate ma ancora non ci sono le sentenze. Siccome sono un garantista convinto aspetto a dare giudizi soltanto quando ci sono le sentenze definitive". Per il ministro anche Cosentino "rientra in questa casistica: ci sono avvisi di garanzia nei suoi confronti ma una sentenza non c'è. Io esprimo un parere. Il presidente del consiglio si comporterà come riterrà opportuno di fare".
Per il presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini "il voto della prossima settimana sulla mozione di sfiducia a Cosentino è un momento importante perché costringerà la maggioranza a un chiarimento". "Il Pdl si è opposto - ha sottolineato franceschini - sia alla calendarizzazione del provvedimento che alla diretta televisiva che noi abbiamo chiesto e sulla quale fini si è riservato di decidere".
"Credo proprio che Cosentino a breve si dimetterà. È un atto obbligato per non passare sotto le forche caudine, ossia dalla mozione presentata dalle opposizioni e che verrà sostenuta da molti parlamentari del Pdl", era stata la previsione del presidente dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro.
Per non gettare ombre sulle categorie, segnali forti sono chiesti anche dai magistrati. L'associazione nazionale magistrati chiede le dimissioni delle toghe coinvolte nelle inchieste sulla cosiddetta P3 scaturita dalle indagini sull'Eolico. "Servono segnali forti. Bisogna avere la capacità di farsi da parte - ha detto il segretario del sindacato delle toghe Giuseppe Cascini - se un sospetto cade sulla tua persona lambisce l'istituzione. Un segnale forte sarebbe che i magistrati coinvolti liberassero l'istituzione e non la coinvolgessero".
Secondo il segretario dell'Anm, "il tentativo di sottovalutare la gravità della vicenda è una linea pericolosa perché questa ha le caratteristiche analoghe a quelle degli anni Ottanta. Le differenze riguardano solo aspetti più grotteschi e poco istituzionali anche rispetto alla loggia P2 ma il rischio maggiore è proprio quello di sottovalutare la gravità del fenomeno". Cascini sottolinea che "i fatti che emergono sono chiarissimi, per questo noi abbiamo espresso subito la nostra indignazione".
Fonte: Repubblica.it
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