"E' il potere a essere giudicato, il potere che ha cercato anche di sottrarsi al processo ingaggiando falsi pentiti. Dovete prendere una decisione storica per il nostro paese - dice il sostituto procuratore generale Nino Gatto alla corte che si appresta a entrare in camera di consiglio per giudicare il senatore Marcello Dell'Utri - non vorrei essere nei vostri panni. Voi potete contribuire alla costruzione di un gradino, salito il quale forse, e ripeto forse, si potranno percorrere altri scalini che potranno fare accertare le responsabilità che hanno insanguinato il nostro Paese. Oppure lo potete distruggere questo gradino".
Il procuratore generale ribadisce la sua richiesta di condanna per il senatore Marcello Dell'Utri, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa: 11 anni, due in più di quelli inflitti in primo grado, nel 2004. "Questo non è stato solo un processo di pentiti - dice il magistrato - ci sono documenti, interrogatori, intercettazioni. E non è vero che le accuse sono arrivate solo dopo la discesa in campo di Silvio Berlusconi, nel 1994. Qui non processiamo il reato di amicizia ai mafiosi: non è contestato al senatore Dell'Utri essere andato al bar con il mafioso Gaetano Cinà, o pranzo con Vittorio Mangano, ma il significato di questi incontri. Se io bazzico con avvocati e magistrati ciò avviene perché questo è il mio mondo", dice ancora Gatto. "Se io bazzico con mafiosi come Virga, Fauci, Bontade, Teresi, Graviano bisogna chiedersi quale sia il mio mondo. Ognuno risponda come crede ma con razionalità".
Gatto rievoca alcuni punti dell'atto d'accusa. Sull'incontro a Milano, dell'autunno 1974, che si sarebbe tenuto fra Dell'Utri, Berlusconi e i mafiosi Stefano Bontade, Mimmo Teresi, Vittorio Mangano e Francesco Di Carlo, il procuratore generale dice: "Non c'è nessuna documentazione, come sostenuto dagli avvocati del senatore Dell'Utri, che attesta il ricovero di Bontade in quel periodo a Palermo. Nessun certificato dice che il capomafia fosse costretto in un bustino di gesso". Di Vittorio Mangano, il procuratore generale dice: "Ma quale fattore e fattore. Si trattava di assicurare protezione per evitare sequestri di persona, che in quel periodo imperversavano a Milano. E Bontade cercava di avere un collegamento con quel brillante imprenditore che stava costruendo Milano 2".
La conclusione del procuratore generale è per le dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, il pentito che la commissione centrale del Viminale non ha ammesso al programma di protezione dopo le sue dichiarazioni su Dell'Utri e Berlusconi, considerate "tardive" rispetto al termine di 180 giorni previsto dalla legge. "Su Spatuzza sono arrivate solo ingiurie da parte della difesa del senatore Dell'Utri e niente altro", replica Gatto. "Il patto fra Dell'Utri e i Graviano è provato".
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