A furia di associa

quindi puniti”? Mai sentito parlare della profluvie di leggi ad personam e ad personas, ad castam e ad aziendam/s, per spiegare ai ladri di Stato che delinquere paga, rubare conviene e ci vuole un bel coraggio non per violare le leggi ma per rispettarle? Orsù, meglio tardi che mai, scriva finalmente due righe contro la depenalizzazione strisciante del falso in bilancio e dell’abuso d’ufficio; contro l’ex Cirielli che ha dimezzato i termini di prescrizione garantendo che i reati non verranno più scoperti e, nel caso in cui lo fossero, non ci sarà tempo per punire i colpevoli; contro l’indulto esteso ai colletti bianchi che ha regalato a ciascun condannato passato e futuro un bonus di 3 anni da detrarre da pene già irrisorie per legge. Ma Galli della Loggia non è tipo da farsi impressionare dai fatti.
È uno storico, dunque i fatti non lo riguardano. Mentre venivano cancellati i reati e i processi, lui vagava nell’iperuranio. Poi, di recente, è caduto dal pero, anzi dalla Loggia, e si è fatto molto male. Prescindendo dai fatti, s’è messo in testa che il problema sia la giustizia, non la politica: ci sono giudici, scrive, “ben capaci di aprire indagini, ordinare intercettazioni telefoniche (ancora per poco, ndr), far scontare arresti preventivi immotivati (lo stabilisce lui, si capisce, ndr), divulgare segreti istruttori più o meno compromettenti (il segreto istruttorio è stato abolito nel 1989, ma lui non se n’è accorto e nessuno ha pensato di avvertirlo, ndr) e anche alla fine arrivare al rinvio a giudizio”. Purtroppo – denuncia amaro – la giustizia italiana “è singolarmente incapace di comminare sentenze esemplari e di farle scontare”. Ecco, siccome lui è un garantista a 24 carati, le condanne non le vuole giuste, ma “esemplari”, come negli stati di polizia. Poi lacrima perché in Italia “il corrotto gradito ai suoi capi può dormire sonni tranquilli: niente galera e carriera sicura, come prima”. Insomma, “i 30 anni di Madoff o gli ergastoli per i responsabili della Enron da noi sono impensabili. Le carceri italiane sono piene quasi soltanto di poveri diavoli”, mentre per corruzione “è rarissimo vedersi condannati in via definitiva a pene che non siano simboliche o quasi”. Ma va? Non ci dica, professor Galli.
A parte il fatto che Madoff, per la sua mega-truffa, di anni se n’è beccati 150, al nostro storico sfugge che i giudici appiopperebbero volentieri pene alte ai white collars, ma le pene le stabilisce il Parlamento, non i giudici. E in Parlamento e al governo siedono una ventina di pregiudicati e un’ottantina di indagati e imputati, più i loro avvocati. E chi lo ricorda viene tacciato di “gustizialismo” dai Galli e dai Della Loggia. Cinque mesi fa il Parlamento italiano, assieme al capo dello Stato e al Pompiere della Sera, era impegnato a beatificare un politico corrotto, morto in latitanza con condanne definitive a 10 anni. Ma in quei giorni il professor Galli era ancora nell’iperuranio e non era ancora caduto dalla Loggia.
Fonte: Il Fatto Quotidiano del 19 maggio, in edicola
---Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog

Ma che è, dormono tutti da piedi?