ROMA - Il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi ancora contro il cinema italiano. Dopo essersi rifiutato di andare a Cannes 1 per protestare contro il "Draquila" di Sabina Guzzanti, oggi critica Elio Germano per le sue dichiarazioni dal palco: "Mi è dispiaciuto che la sera del premio abbia colto l'occasione per polemizzare con il suo Paese. E' legittimo ma credo sia stato inopportuno". "Per il resto - aggiunge - mi compiaccio del riconoscimento ottenuto". Poi ricorda che nei primi giorni della manifestazione aveva mandato un messaggio di auguri a "quelli che hanno ricevuto il riconoscimento di interesse culturale da parte del ministero, quindi anche a Elio Germano".
Dopo aver ricevuto il premio come miglior attore protagonista, ex aequo con Javier Bardem, l'attore romano aveva detto: 2 "Dedico questo premio agli italiani, che sono migliori della loro classe dirigente". Successivamente aveva fatto presente di aver ricevuto moltissimi messaggi di congratulazioni ("anche dal mio tappezziere") mentre brillava per assenza proprio il ministro Bondi.
E le parole del responsabile dei Beni culturali non passano inosservate. Per il Pd parla Emilia De Biasi, componente della commissione Cultura alla Camera: "Inopportune sono queste continue ingerenze del ministro Bondi che vorrebbe una cultura piegata al servizio dell'esecutivo. Per fortuna non è così e nel nostro paese ci sono ancora tante voci libere come, appunto, quella di Elio Germano. Bondi deve farsene una ragione e comportarsi di conseguenza, perché la cultura è libertà, autonomia di pensiero e affrancamento da ogni potere. Ci completiamo con elio germano per la sua bravura e per il coraggio della sua libertà". Ancora più duro il capogruppo dell'Idv alla Camera, Massimo Donadi: ''Bondi è un male per la cultura italiana. Ora il ministro dei 'mali culturali' se la prende anche con Elio Germano: un'altra figuraccia. Le parole dell'attore premiato al prestigioso Festival rispecchiano la situazione italiana e la reazione di Bondi lo conferma".
Ma a difendere l'attore c'è anche il Secolo d'Italia - diretto dalla finiana Flavia Perina - che questa mattina, in un corsivo, loda l'antidivo protagonista di La nostra vita, "del tutto fuori dagli stereotipi da terrazza degli attori moralistici e snob. A noi che abbia vinto ha fatto davvero molto piacere".
Sulla sponda opposta altri due quotidiani del centrodestra, Il Giornale e Libero. "Che qualunquismo, meglio una dedica alla mamma - scrive il primo - Un altro comunista con la pancia piena. Che bello quando il il 'morettismo' non aveva ancora pervaso tutto il cinema dello stivale", e non c'era la "necessità di appartenenenza nei confronti di un cinema monocolore e mono pensiero al quale è un dovere appartenere". Fuoco di fila anche da Libero: "Una carriera con i contributi del governo", Germano "spara sui politici che l'hanno sempre finanziato" ed "è un furbetto del cinemino".
E lui, il diretto interessato? Dopo le parole pronunciate dal palco, e dopo le interviste di rito post-premiazione, Germano sceglie di non replicare all'attacco del ministro. Tenendosi lontano da questa ulteriore polemica, che sta diventando tutta interna al Palazzo.
Fonte: repubblica.it
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Dopo aver ricevuto il premio come miglior attore protagonista, ex aequo con Javier Bardem, l'attore romano aveva detto: 2 "Dedico questo premio agli italiani, che sono migliori della loro classe dirigente". Successivamente aveva fatto presente di aver ricevuto moltissimi messaggi di congratulazioni ("anche dal mio tappezziere") mentre brillava per assenza proprio il ministro Bondi.
E le parole del responsabile dei Beni culturali non passano inosservate. Per il Pd parla Emilia De Biasi, componente della commissione Cultura alla Camera: "Inopportune sono queste continue ingerenze del ministro Bondi che vorrebbe una cultura piegata al servizio dell'esecutivo. Per fortuna non è così e nel nostro paese ci sono ancora tante voci libere come, appunto, quella di Elio Germano. Bondi deve farsene una ragione e comportarsi di conseguenza, perché la cultura è libertà, autonomia di pensiero e affrancamento da ogni potere. Ci completiamo con elio germano per la sua bravura e per il coraggio della sua libertà". Ancora più duro il capogruppo dell'Idv alla Camera, Massimo Donadi: ''Bondi è un male per la cultura italiana. Ora il ministro dei 'mali culturali' se la prende anche con Elio Germano: un'altra figuraccia. Le parole dell'attore premiato al prestigioso Festival rispecchiano la situazione italiana e la reazione di Bondi lo conferma".
Ma a difendere l'attore c'è anche il Secolo d'Italia - diretto dalla finiana Flavia Perina - che questa mattina, in un corsivo, loda l'antidivo protagonista di La nostra vita, "del tutto fuori dagli stereotipi da terrazza degli attori moralistici e snob. A noi che abbia vinto ha fatto davvero molto piacere".
Sulla sponda opposta altri due quotidiani del centrodestra, Il Giornale e Libero. "Che qualunquismo, meglio una dedica alla mamma - scrive il primo - Un altro comunista con la pancia piena. Che bello quando il il 'morettismo' non aveva ancora pervaso tutto il cinema dello stivale", e non c'era la "necessità di appartenenenza nei confronti di un cinema monocolore e mono pensiero al quale è un dovere appartenere". Fuoco di fila anche da Libero: "Una carriera con i contributi del governo", Germano "spara sui politici che l'hanno sempre finanziato" ed "è un furbetto del cinemino".
E lui, il diretto interessato? Dopo le parole pronunciate dal palco, e dopo le interviste di rito post-premiazione, Germano sceglie di non replicare all'attacco del ministro. Tenendosi lontano da questa ulteriore polemica, che sta diventando tutta interna al Palazzo.
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Viva Germano e vergogna al governo italiano! (così, tanto per fare una rima)
Io non ho parole per la politica nel nostro paese, ma le cose prima o poi cambiano...il tempo non possono fermarlo...e il nostro presidente può pensare di comprarsi tutta la cronaca che vuole, ma non potrà mai comprarsi la Storia!
Spero che il popolo italiano ancora una volta si faccia corpo distinto rispetto al suo potere e che riesca a scrivere una Storia diversa.
Forza e coreggio. Ce la faremo.