Marcello Dell’Ultri. Il

vecchio faccendiere sempreverde Flavio Carboni. Il giudice tributario Pasquale Lombardi, di origini partenopee. Il capogruppo del Pdl Denis Verdini, recentemente in guai giudiziari per lo scandalo appalti per il G8 e pure, secondo le informazioni raccolte da l’Unità, anche Silvio Berlusconi. Sono solo alcuni dei nomi eccellenti che compaiono in un’indagine per corruzione formalmente aperta dalla procura di Roma lo scorso settembre, fascicolo sulla scrivania del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo in cui sono iscritti in qualità di indagati, al momento, soltanto Flavio Carboni, il giudice Lombardi più altri tre imprenditori: il costruttore Arcangelo Martino; Pinello Cossu, consigliere provinciale di Iglesias e Ignazio Farris, consigliere dell’Arpa di Sanremo. Degli altri personaggi eccellenti non è ancora nota la posizione giudiziaria ma al vaglio dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma ci sarebbero transazioni finanziarie per cifre colossali attraverso società off-shore. Al centro della rete di rapporti sui quali si sta investigando appalti pubblici in Sardegna, storica roccaforte di Carboni. Già negli anni 80 il faccendiere, notoriamente vicino alla P2, durante la massiccia speculazione edilizia in atto sull’isola fu protagonista di spregiudicate operazioni finanziarie insieme a componenti della banda della Magliana, partecipando a una girandola di compravendite societarie che coinvolsero la Fininvest di Berlusconi, rappresentato negli affari dall’amico d’infanzia, oggi senatore, Romano Comincioli. Ora, si sa che le intercettazioni agli atti del nuovo fascicolo, per il qual è stata chiesta una proroga alle indagini, riguarderebbero direttamente non solo Carboni ma anche Verdini, Dell’Ultri e altri parlamentari del Pdl nonché alti magistrati con importanti incarichi esterni, avvocati e funzionari del Dipartimento di amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia. Non tutte le intercettazioni avrebbero rilevanza penale ma illustrerebbero un quadro quantomeno inquietante fatto di scambi di favori e richieste poco ortodossi. Particolarmente interessante per gli inquirenti sarebbe la figura di Pasquale Lombardi, un magistrato attivo in associazioni di categoria alle quali risultano iscritti giudici del Dap e della Cassazione, avvocati di grido e funzionari ministeriali di primo piano: tra le iniziative più recenti a cui Lombardi ha partecipato, ad esempio, la costituzione di uno studio forense associato per clienti di tutta Europa. Lo studio ha sede a Roma due passi da via Veneto, dove prima c’erano gli uffici di un’ambasciata. È stato inaugurato un anno fa ed è denominato “Consultants e Lawyers”.
La banda
Contattato dai cronisti, l’imprenditore Flavio Carboni ha detto di non sapere nulla della nuova indagine a suo carico. «Sono stupito, i mie difensori decideranno quali passi compiere». Il faccendiere, come è noto, è in attesa del processo d’appello per il delitto di Roberto Calvi, il presidente del Banco Ambrosiano assassinato a Londra nell’82 col quale Carboni era entrato in affari, dopo averlo conosciuto attraverso il piduista Francesco Pazienza. Il pm Luca Tescaroli ha chiesto per Carboni, Pippo Calò ed Ernesto Diotallevi, compare del “padrino”, una condanna all’ergastolo e per questa coincidenza temporale – la sentenza Calvi è attesa per il 30 marzo - ha espresso disappunto l’avvocato Borzone, legale di Carboni, insinuando strategie di chi avrebbe favorito la fuga di notizie.
Ignota, al momento, l’esatta natura delle conversazioni intercettate tra il faccendiere e il senatore Dell’Utri, anch’egli in attesa dell’appello dopo aver incassato una condanna a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Su Dell’Utri indagini recenti condotte dalla procura di Reggio Calabria hanno fatto luce su nuove presunte collusioni del senatore con esponenti della ’ndrangheta per il procacciamento, attraverso contatti col mondo imprenditoriale, di voti in Sudamerica durante l’ultima campagna per le politiche.
Fonte:
Unita.it---
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