Home � Liste. Varato il Decreto interpretativo. Di Pietro: "e' l'ora della chiamata alle armi"

Liste. Varato il Decreto interpretativo. Di Pietro: "e' l'ora della chiamata alle armi"

ROMA - Tira tardi il Consiglio dei ministri, per varare in 35' un decreto interpretativo che dà il via libera alla candidatura di Formigoni in Lombardia e forse alla lista del Pdl nel Lazio, dove comunque c'è già il listino della Polverini. Tira tardi, non cerca sponde il governo: spera nella disponibilità di Napolitano, non consulta l'opposizione che appare, sul tema, insolitamente unita. Il segretario del Pd Bersani parla di trucco, il suo compagno Marino di "procedure stravolte", il leader dell'Idv Di Pietro chiede alla gente di andare in piazza. Anche per i radicali, pacifici per definizione, il decreto legge è eversivo. Berlusconi risponde che è l'unico modo per ridare il voto a milioni di persone. Ed ecco così il via a un decreto interpretativo: in teoria, non dovrebbe apportare modifiche alla legge, ma solo precisarne il significato. Ma in pratica, cambia il quadro ed è destinato ad accendere polemiche. Il governo si aspetta già questa sera un parere di Napolitano.

I contenuti del decreto. In sostanza si prevede che nel valutare i termini di presentazione delle liste ci si basi anche sul fatto che con qualsiasi mezzo si possa dimostrare di essere stati presenti nel luogo di consegna nei termini stabiliti dalla legge. Il secondo punto prevede che la documentazione possa essere verificata anche in un secondo momento, per la parte che attiene ai timbri e alle vidimazioni. Il terzo punto prevede che possano ricorrere al Tar le liste non ammesse, mentre per le liste ammesse sulle quali è stato fatto ricorso ci si può rivolgere al Tar solo dopo il voto. I primi due punti dovrebbero permettere di aggirare le irregolarità per la lista Pdl nel Lazio e per quella Formigoni in Lombardia.


Parla il ministro Maroni. "Queste approvate sono norme interpretative. Non c'è nessuna modifica della legge elettorale, nessuna modifica delle procedure in corso, nessuna riapertura dei termini. Abbiamo approvato interpretazioni per consentire al Tar di applicare la legge in modo corretto".

La legge del 1988 e la Costituzione. Per il governo è stato un percorso accidentato. E non è detto che sia finita qui. La scelta di questa sera pone infatti una serie di dilemmi di difficile interpretazione. C'è anche una legge che vieta una misura di questo tipo. E' quella del 1988 sul potere normativo del governo. L?articolo 15 secondo comma, della legge n.400 del 23 agosto stabilisce infatti che il governo non può provvedere nelle materie indicate nell?articolo 72, quarto comma della Costituzione (materia costituzionale e elettorale).

Recita infatti il quarto comma: "La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi".

Di Pietro: "Forze armate contro il dittatore". "Non si tratta di interpretazione, ma di un palese abuso di potere che in uno Stato di diritto andrebbe bloccato con l'intervento delle forze armate al fine di fermare il dittatore. Noi ci appelleremo alla società civile e scenderemo in piazza con una grande manifestazione di protesta civile e democratica". Lo afferma Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori. - leggi l'intervento completo

Bersani: "Un pasticcio tutto loro". Attacca il segretario del Pd. "Il centrodestra non si azzardi a parlare di complotti e a scaricare il problema" e abbia "l'umiltà di riconoscere che questo pasticcio non gli deriva da incuria ma da loro divisioni". Così Bersani e ribadisce la necessità del rispetto delle regole: "C'è una parola in questo paese che bisogna affermare e ripristinare: si chiama regole". Ed ancora: "Se vogliono governare bene, altrimenti si riposino e vadano a casa perchè chi governa risponde per Paese e non per le regole di una lista".



Protesta Libertà e Giustizia. "Un passo avanti verso un regime dell?a rbitrio: è questo il significato profondo del decreto che si appresta ad emanare in queste ore il governo in materia elettorale. Un provvedimento che di per sé non dà luogo a un giudizio di incostituzionalità, ma che certamente rappresenta una violazione di legge. Il riferimento è alla legge del 1988 sul potere normativo del governo. Libertà e Giustizia ricorda infine che in una democrazia le leggi elettorali sono le più sacre e intoccabili".


Fonte: Repubblica.it
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