L'estate è finita, ma tra i banchi il clima si surriscalda in attesa dell'inizio dell'anno scolastico. E le proteste ripartono a Milano come a Roma, dove un gruppo di docenti di educazione fisica in attesa di vedere a chi quest'anno verrà assegnata la cattedra e a chi no, si sono messi in mutande
Uno spogliarello di protesta che ha avuto come palcoscenico il liceo scientifico Isacco Newton di Roma, dove, in vista della riapertura delle scuole, sono in corso le assegnazioni delle proposte di assunzione a tempo determinato per l'anno scolastico 2009-2010.
«Siamo tutti precari da almeno 25 anni - ha detto Antonio Bucciarelli, 58 anni, professore di educazione che ha partecipato alla protesta - Lo Stato ci ha messo in mutande e noi oggi abbiamo deciso i venire in mutande». Insieme a Bucciarelli, precario da 26 anni, altri cinque docenti romani, «tutti con i capelli bianchi», hanno riferito ironicamente, hanno partecipato all'iniziativa. «Una amara provocazione - ha continuato Bucciarelli - perché per noi che siamo professionisti questa è un'umiliazione, ma è anche l'unico modo per farci ascoltare».
Nel corso dello spogliarello i dimostranti hanno esposto uno striscione, «30 anni di precariato... ed ancora in mutande», firmato educazione fisica. Poi l'appello al governo: «Subito una legge che assuma i precari della scuola da almeno 20 anni - ha detto Bucciarelli - Sono decenni che aspettiamo il nostro turno e rischiamo di andare in pensione senza mai essere stati assunti a tempo indeterminato».
Altri docenti, sempre a Roma, hanno bloccato il conferimento delle supplenze in una scuola polo sulla via Tuscolana. Ma a Milano e Torino le proteste non sono state da meno. Nel capoluogo lombardo i precari del coordinamento lavoratori della scuola "3 ottobre" sono in catene davanti all'ex provveditorato per dire no ai tagli. Secondo i docenti «oltre 1.000 lavoratrici e lavoratori precari, tra insegnanti e personale ata, sono attualmente disoccupati» nella loro provincia. E a Torino, sempre davanti all'ex provveditorato, dalle 11.30 i sindacati confederali sono in sit-in.
Secondo i conti della Uil, i posti in palio come supplente sono 110 mila per i docenti, 60 mila per gli ata (ausiliari, tecnici e amministrativi). Ma per migliaia di precari (16.500 professori e 7 mila ata) non c'è più spazio dopo i tagli e le poche assunzioni (16 mila in tutto tra i docenti e il resto del personale) fatte dal governo. In più gli accordi tra viale Trastevere, Inps e regioni per garantire uno stipendio a chi aveva lavorato lo scorso anno, infatti, ancora non sono stati siglati: la prossima riunione sarà solo giovedì e intanto le operazioni per assegnare le supplenze vanno avanti. E chi resta fuori, ovviamente, non ci sta.
---
Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
Uno spogliarello di protesta che ha avuto come palcoscenico il liceo scientifico Isacco Newton di Roma, dove, in vista della riapertura delle scuole, sono in corso le assegnazioni delle proposte di assunzione a tempo determinato per l'anno scolastico 2009-2010.
«Siamo tutti precari da almeno 25 anni - ha detto Antonio Bucciarelli, 58 anni, professore di educazione che ha partecipato alla protesta - Lo Stato ci ha messo in mutande e noi oggi abbiamo deciso i venire in mutande». Insieme a Bucciarelli, precario da 26 anni, altri cinque docenti romani, «tutti con i capelli bianchi», hanno riferito ironicamente, hanno partecipato all'iniziativa. «Una amara provocazione - ha continuato Bucciarelli - perché per noi che siamo professionisti questa è un'umiliazione, ma è anche l'unico modo per farci ascoltare».
Nel corso dello spogliarello i dimostranti hanno esposto uno striscione, «30 anni di precariato... ed ancora in mutande», firmato educazione fisica. Poi l'appello al governo: «Subito una legge che assuma i precari della scuola da almeno 20 anni - ha detto Bucciarelli - Sono decenni che aspettiamo il nostro turno e rischiamo di andare in pensione senza mai essere stati assunti a tempo indeterminato».
Altri docenti, sempre a Roma, hanno bloccato il conferimento delle supplenze in una scuola polo sulla via Tuscolana. Ma a Milano e Torino le proteste non sono state da meno. Nel capoluogo lombardo i precari del coordinamento lavoratori della scuola "3 ottobre" sono in catene davanti all'ex provveditorato per dire no ai tagli. Secondo i docenti «oltre 1.000 lavoratrici e lavoratori precari, tra insegnanti e personale ata, sono attualmente disoccupati» nella loro provincia. E a Torino, sempre davanti all'ex provveditorato, dalle 11.30 i sindacati confederali sono in sit-in.
Secondo i conti della Uil, i posti in palio come supplente sono 110 mila per i docenti, 60 mila per gli ata (ausiliari, tecnici e amministrativi). Ma per migliaia di precari (16.500 professori e 7 mila ata) non c'è più spazio dopo i tagli e le poche assunzioni (16 mila in tutto tra i docenti e il resto del personale) fatte dal governo. In più gli accordi tra viale Trastevere, Inps e regioni per garantire uno stipendio a chi aveva lavorato lo scorso anno, infatti, ancora non sono stati siglati: la prossima riunione sarà solo giovedì e intanto le operazioni per assegnare le supplenze vanno avanti. E chi resta fuori, ovviamente, non ci sta.
---
Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
0 commenti to " Scuola, insegnanti in mutande sit-in e catene: riparte la protesta "