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Dove va il conflitto d'interesse Rai non vola più su Sky

Rai, 474 milioni persi dal mancato accordo con Sky

Oggi, nell’ultimo Cda estivo a Viale Mazzini il direttore generale, Mauro Masi, potrebbe spiegare perché ha lasciato fallire (o non ha mai aperto, cosa di cui è convinto anche il presidente Garimberti) la trattativa per rinnovare il contratto di RaiSat su Sky, mai legittimato dal voto in consiglio.

Un Cda vacanziero in gran parte in audioconferenza, e le nomine dei vicedirettori del Tg1 e di RaiUno potrebbero dare l’occasione a Masi di evitare la grana. Alle 12 ha un incontro con i sindacati Rai e con l’Adrai, associazione dei dirigenti di Viale Mazzini. Tutti, dall’Adrai all’Usigrai, Cgil, Cisl e Uil, (in polemica lo Snater), chiederanno al Dg di riaprire la trattativa con Sky, anche per difendere i lavoratori di RaiSat. Giornalisti e lavoratori sono pronti a scendere anche in sciopero. Il Dg Masi, intanto, ha spedito al Quirinale i dossier sulla trattativa, agitato dall’allarme del presidente Napolitano. Che li vedrà al ritorno dalle vacanze; dagli esami negli uffici del Colle si tratta delle comunicazioni che il Dg ha fatto al Cda, troppo poco per Garimberti e ai consiglieri.

La giustificazione tecnica portata da Masi per un no (deciso fin dall’inizio), era il rischio di favorire la pay tv di Murdoch, facendone salire gli ascolti dal 9% al 14 (e un punto vale 30 milioni in spot). La Rai non li avrebbe guadagnati, ma perde 350 milioni di euro in sette anni (il totale è 474). E lascia sul satellite, gratis, i canali RaiUno, Due e Tre (potrebbe scenderne a dicembre) ma aumentano i programmi criptati sui quali la Rai ha solo diritti in Italia, da Italia-Georgia del 5 settembre a film e telefilm stranieri. Masi ha avviato il piano di Paolo Romani, viceministro alle Comunicazioni: lasciare i programmi Rai solo su una piattaforma satellitare (cambiando il contratto di servizio) e ingrassare Tivùsat, magari con il canone Rai sulla bolletta elettrica, che beneficerebbe anche Mediaset, oltre alla carta Premium sul digitale. La Federazione della Stampa: «Masi chiarisca di non aver avvantaggiato Mediaset».

Giornata calda quella di oggi: sulle nomine al Tg1 il direttore Minzolini ha mollato su Bechis come vice: la spunta Susanna Petruni; già ne svolge il ruolo Gennaro Sangiuliano: gli altri: Claudio Fico, Fabrizio Ferragni e Andrea Giubilo. Come vice di Mazza a RaiUno la Lega non cede su Paragone (nomina esterna che Garimberti probabilmente non voterà); poi Chicco Agnese vicario, Maria Pia Ammirati, Gianvito Lo Maglio, Daniel Toaff, Ludovico Di Meo. Se le nomine passano, alle 16 a Saxa Rubra ci sarà l’assemblea del Tg1 in cui «Minzo» presenterà il piano editoriale, sul quale il voto della redazione non è scontato.

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