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Di Pietro attacca Berlusconi: «Il suo governo favorisce la mafia»

Il leader Idv: «Ha rafforzato e fatto penetrare fin negli alti ranghi delle istituzioni la criminalità organizzata»

MILANO - Il governo di Silvio Berlusconi «favorisce la mafia» e passerà alla storia «per aver rafforzato economicamente e fatto penetrare fin nei più alti ranghi delle istituzioni il flagello della criminalità organizzata».

Antonio Di Pietro sceglie il suo blog per sferrare un duro attacco al presidente del Consiglio. Il leader dell'Italia dei Valori afferma che il premier «sputa nel piatto dove mangia e dichiara che "vorrebbe passare alla storia come uomo che ha sconfitto la mafia". Ma questo - afferma l'ex pm - oltre a essere un chiaro e singolare conflitto di interessi, è anche una presa per i fondelli degli italiani e dei veri eroi della lotta alla mafia, uomini del calibro di Falcone e Borsellino».

CONTROLLO - «Come intende sconfiggere la mafia Silvio Berlusconi allevandola in casa? - prosegue Di Pietro - Prendendone il controllo dall'interno? Invitando alle sue solite cene private i vari Provenzano, Riina, De Stefano? I padrini di Cosa Nostra non li può comprare a buon prezzo come Bossi o Fini, se ci stringi un patto (di sangue) viene stralciata la clausola di risoluzione del contratto!».

«ACCORDI E FAVORI» - Il leader Idv continua: «Con quali voti pensa di fare la differenza politicamente nel Paese, il Cavalier nostrano, se non con quella dei sodali malavitosi? Non è per caso lui che ha ospitato un assassino di Cosa Nostra in casa propria sotto le mentite spoglie di uno stalliere? Non è per caso il suo partito un ottimo vivaio - nel presente Dell'Utri e, nel passato, Cuffaro - per uomini con forti relazioni con la criminalità organizzata? Non è per caso proprio lui ad aver favorito con le leggi gli affari e l'incolumità dei criminali, attraverso la depenalizzazione dei reati finanziari, la contrazione dei tempi di prescrizione, l’eliminazione delle intercettazioni, il condono fiscale? Non è per caso proprio il Cdm da lui presieduto che ha deciso di non sciogliere il comune di Fondi per infiltrazioni della ‘Ndrangheta, dopo 17 arresti e più di 500 cartelle di atti giudiziari testimonianza della collusione tra la giunta Pdl e criminali organizzati? Non è per caso lui che trattò, come ci dice la sentenza di primo grado che ha condannato a nove anni Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa, con i padrini delle cosche accordi e favori economici per le sue aziende, oltre la nascita di Forza Italia?».

DELL'UTRI - Di Pietro conclude l'intervento con uno stralcio della sentenza che riguarda proprio Dell'Utri, invitando i visitatori del suo blog a diffonderlo: «Vi è la prova - si legge - che Dell'Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era vieppiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l'imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo».

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