La ritengo la miglior battuta dell’anno quella di Bossi: “Berlusconi è nel mirino della mafia”. Incredibile ma vero. Una visione del mondo alla rovescia quella del Tex Willer leghista, una battuta da far rivoltare nella tomba le centinaia di eroi che nel mirino della criminalità ci sono finiti veramente, lasciandoci la pelle
Eppure ascoltando i suoi vecchi discorsi (uno dei quali segnalo da You Tube), il signor Bossi sembra si sia completamente e improvvisamente ravveduto sul suo socio-compare di governo. Vorrei tranquillizzare Bossi, che in questa calda estate è riuscito a tenere banco con l’effimero occuparsi di dialetto, dell’Inno di Mameli, delle gabbie salariali e delle polemiche sulla necessità di “rimbalzare il clandestino”. Cosa, quest’ultima, che a suo figlio è riuscita meglio, per fortuna solo virtualmente, nel web.
Il sottoscritto ha una versione dei fatti leggermente differente, che vede il Presidente del Consiglio oggetto di attenzioni pericolose per l’inasprimento della legge sulla confisca dei beni ai mafiosi. Un inasprimento che rimarrà sulla carta dopo qualche strascico dovuto a procedimenti già in atto. Se da una parte infatti ci può essere stato un giro di vite, dall’altro si è di fatto tolta la possibilità che questo stesso sia efficace, grazie all’eliminazione per i magistrati del preziosissimo strumento delle intercettazioni attraverso una legge che ridurrà drasticamente la possibilità di assicurare alla giustizia i malavitosi.
Credo invece che possa anche essere realistica la versione del ricatto tramite scandali sessuali in cui Berlusconi si è comunque tuffato in qualità di “utilizzatore finale” -almeno stando alle parole del suo fido avvocato- con mani e piedi, ripetutamente. Credo inoltre che questa situazione conflittuale sia un invito amichevole a rispettare i patti stipulati con la mafia ed avviati con la nascita di Forza Italia, di cui parla anche la sentenza di condanna a 9 anni di reclusione per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa del senatore Dell’Utri.
Credo anche che questo strappo sia stato ricucito con l’assegnazione, che io ho definito “elargizione a prescindere”, di qualche miliardo al Sud, per investimenti tutti da definire, che però ha scongiurato la scissione del Partito del Sud dal Pdl. Insomma, signor Bossi, qualche scaramuccia è salutare tra simpatizzanti per ripartire con patti ben chiari per una amicizia lunga. Certo, la criminalità organizzata ha molte facce e falangi che si muovono, a volte, in modo imprevedibile, per cui non escludo che il Premier possa trovarsi in qualche situazione pericolosa, ma sono i rischi del mestiere di chi gioca col fuoco.
Ritengo comunque che, metaforicamente, il suo alleato possa dormire su due guanciali, visto che ha sempre avuto giubbotti antiproiettile delle migliori marche, dalla Mangano alla Cuffaro, fino all’ultimissimo modello: il Dell’Utri, affidabilissimo e con una garanzia di ben 9 anni!
Fonte: Antoniodipietro.it
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Eppure ascoltando i suoi vecchi discorsi (uno dei quali segnalo da You Tube), il signor Bossi sembra si sia completamente e improvvisamente ravveduto sul suo socio-compare di governo. Vorrei tranquillizzare Bossi, che in questa calda estate è riuscito a tenere banco con l’effimero occuparsi di dialetto, dell’Inno di Mameli, delle gabbie salariali e delle polemiche sulla necessità di “rimbalzare il clandestino”. Cosa, quest’ultima, che a suo figlio è riuscita meglio, per fortuna solo virtualmente, nel web.
Il sottoscritto ha una versione dei fatti leggermente differente, che vede il Presidente del Consiglio oggetto di attenzioni pericolose per l’inasprimento della legge sulla confisca dei beni ai mafiosi. Un inasprimento che rimarrà sulla carta dopo qualche strascico dovuto a procedimenti già in atto. Se da una parte infatti ci può essere stato un giro di vite, dall’altro si è di fatto tolta la possibilità che questo stesso sia efficace, grazie all’eliminazione per i magistrati del preziosissimo strumento delle intercettazioni attraverso una legge che ridurrà drasticamente la possibilità di assicurare alla giustizia i malavitosi.
Credo invece che possa anche essere realistica la versione del ricatto tramite scandali sessuali in cui Berlusconi si è comunque tuffato in qualità di “utilizzatore finale” -almeno stando alle parole del suo fido avvocato- con mani e piedi, ripetutamente. Credo inoltre che questa situazione conflittuale sia un invito amichevole a rispettare i patti stipulati con la mafia ed avviati con la nascita di Forza Italia, di cui parla anche la sentenza di condanna a 9 anni di reclusione per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa del senatore Dell’Utri.
Credo anche che questo strappo sia stato ricucito con l’assegnazione, che io ho definito “elargizione a prescindere”, di qualche miliardo al Sud, per investimenti tutti da definire, che però ha scongiurato la scissione del Partito del Sud dal Pdl. Insomma, signor Bossi, qualche scaramuccia è salutare tra simpatizzanti per ripartire con patti ben chiari per una amicizia lunga. Certo, la criminalità organizzata ha molte facce e falangi che si muovono, a volte, in modo imprevedibile, per cui non escludo che il Premier possa trovarsi in qualche situazione pericolosa, ma sono i rischi del mestiere di chi gioca col fuoco.
Ritengo comunque che, metaforicamente, il suo alleato possa dormire su due guanciali, visto che ha sempre avuto giubbotti antiproiettile delle migliori marche, dalla Mangano alla Cuffaro, fino all’ultimissimo modello: il Dell’Utri, affidabilissimo e con una garanzia di ben 9 anni!
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