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L'AQUILA, L'IRA DEL SINDACO. "IL GOVERNO CI HA ABBANDONATI"

Pronto a restituire la fascia tricolore al capo dello Stato per protesta
contro la normativa fiscale che impone la restituzione delle tasse sospese per il sisma

L'AQUILA - "Se devo essere lasciato in queste condizioni, dismetterò la fascia tricolore di sindaco e la restituirò al capo dello Stato, Giorgio Napolitano". Il primo cittadino dell'Aquila, Massimo Cialenti, è infuriato contro la normativa fiscale che impone ai residenti nei Comuni terremotati la restituzione al 100 per cento, a partire dal prossimo gennaio, delle tasse sospese fino a dicembre per il sisma. "Nel momento in cui il Paese, rappresentato dal governo, decide che L'Aquila è tornata in una situazione di normalità e, quindi, può pagare tranquillamente le tasse: nulla di più falso, qui siamo ancora fermi al 7-8 aprile mattina. Con questa situazione fiscale l'economia aquilana non può ripartire".

"Non possiamo farcela a pagare queste tasse a gennaio" ha più volte ripetuto Cialente. "Qui ci sono commercianti, artigiani, piccole imprese che non hanno un posto materiale dove lavorare. Figuriamoci se possono restituire un miliardo di euro in due anni. Non possiamo assolutamente farcela" ha ribadito. "E' come prendere il sangue a una persona anemica. Forse non hanno capito che le uniche attività aperte in città sono i chioschetti che vendono arrosticini la sera".
Il sindaco ha anche sottolineato come "il G8 non ci abbia minimamente coinvolto, eppure abbiamo dimostrato una compostezza unica". "Ora basta - ha esortato - invito tutti gli aquilani a mobilitarsi, altrimenti la città sarà destinata a morire".

Si unisce alla protesta anche il presidente della società L'Aquila rugby 1936, Giacomo Pasqua, che chiede una maggiore collaborazione per poter andare avanti. "Siamo stati costretti a emigrare nel Comune di Rocca di Mezzo perché non siamo riusciti a trovare un impianto sportivo ma soprattutto delle abitazioni in cui ospitare i nostri 60 atleti. Quello che voglio lanciare - ha proseguito - è un appello alle istituzioni, ai politici, agli imprenditori, alle società che stanno operando nella ricostruzione, affinché si possa restaurare una serie di rapporti commerciali sia per una visibilità degli stessi sponsor, per l'immagine della città, ma soprattutto per ottenere quella giusta serenità che consentirebbe alla società di arrivare alla meta della riconquista del palcoscenico italiano ed europeo".

Lunedì prossimo la Commissione congiunta di finanze e bilancio discuterà gli emendamenti presentati in Parlamento per modificare i parametri di restituzione degli oneri fiscali non versati. "Allo stato attuale - ha sostenuto il deputato Giovanni Lolli (Pd) - gli aquilani devono restituire il 100% delle tasse e degli oneri previdenziali in 24 rate a partire da gennaio. Ciò vuol dire che fra sei mesi i cittadini, oltre a tornare a pagare i mutui, dovranno versare tasse e oneri, con una maggiorazione di 23 milioni di euro al mese per gli arretrati, per un totale di 513 milioni di euro in più in due anni. E' una zona franca al contrario".

Gli emendamenti presentati da Pd, Mpa, Udc e Idv chiedono invece un'ulteriore sospensione di sei mesi dei versamenti fiscali e una restituzione forfettizzata al 40% dopo dieci anni, con un regime simile a quello utilizzato per il terremoto in Umbria e nelle Marche. Sarà discusso anche un emendamento in proposito del deputato Marcello De Angelis (Pdl).

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